Una conferenza internazionale, un festival del cinema, trattati economici, trattative diplomatiche, incontri privati, centri di accoglienza. Cos’hanno in comune tutte queste situazioni e contesti?
Dietro ognuno di loro si nasconde la figura dell’interprete.
Iniziamo chiarendo che la figura dell’interprete e del traduttore/ traduttrice sono diverse. Spesso possono convivere, ma non necessariamente coincidere. Di solito l’interprete ha l’abilitazione e formazione per lavorare anche nella traduzione, mentre il contrario non è sempre necessariamente vero.
L’interprete, come suggerisce la parola, interpreta. Esistono svariate tipologie di interpretazione, in base all’occasione, e necessitano anche di una preparazione ad hoc.
Le varie tipologie di interpretazione
Esistono l’interpretazione di conferenza ( interpretazione simultanea e interpretazione consecutiva), interpretazione dialogica ed interpretazione sussurrata, meglio nota come chuchotage.
L’interpretazione di conferenza è solitamente appannaggio di coloro con una formazione mirata e specifica, soprattutto per la simultanea. L’interpretazione simultanea consiste nel rendere il discorso da una lingua all’altra in tempo reale. Generalmente l’interprete si trova in una cabina, con cuffie, microfono e spesso visuale della platea.
I contesti nei quali è maggiormente sfruttata sono quelli diplomatici. Un esempio sono le Nazioni Unite o il Parlamento Europeo.
L’interpretazione consecutiva, invece, consiste nell’oratore o oratrice che parla per un breve lasso di tempo variabile e l’interprete che successivamente riporta. Ci si aiuta con una specifica presa di appunti. Nomi propri, cifre e date vengono quasi sempre scritte nel corso degli anni, sono state sviluppate tecniche e simboli per prendere gli appunti nella miglior maniera possibile. La gran parte del discorso, però, viene interpretata grazie allo sforzo mnemonico dell’interprete. Il ritmo della consecutiva è più lento della simultanea. Questo tipo di tecnica è spesso osservabile nelle grandi interviste o, ad esempio, nei festival del cinema con ospiti in sala.
L’interpretazione dialogica è una delle più ricche di scambi. Un esempio può essere un incontro dal medico, dalla polizia, durante le trattative per firmare un accordo e così via.
Una persona parla per poco, un paio di frasi, e l’interprete riporta verso l’altra lingua. In questo tipo di interpretazione si richiede l’utilizzo costante delle due lingue in questione. Facciamo un esempio sul rapporto medico-paziente. Il medico è italiano e la paziente svedese. Il medico porrà delle domande, o darà delle indicazioni, in italiano che l’interprete renderà in svedese. Il o la paziente risponderà in svedese, e l’interprete interpreterà verso l’italiano.
Lo chuchotage, invece, consiste in una simultanea sussurrata. Si svolge stando accanto alla persona che ne ha bisogno, senza cabina o cuffie. Richiede una notevole padronanza della tecnica e molta concentrazione.
La preparazione in base alla tecnica di interpretazione
Dietro ognuna di queste situazioni si celano non solo anni di studio, ma moltissimo lavoro ad hoc.
Per ogni singolo incarico ci si informa sull’ambito ( o tematica) in questione. Ad esempio, se si dovrà interpretare ad un convegno di odontoiatria, si passeranno giornate a farsi una cultura sull’odontoiatria. Cos’è, meccanismi e concetti base, parole chiavi e termini ricorrenti. Non basta farsi dei glossari, però. Bisogna anche comprendere di cosa si stia parlando, altrimenti interpretare diventerà sempre più complesso e la resa sarà mediocre.
Non sempre è possibile avere delle slide o brutte copie dei discorsi in anticipo, ma quando sono disponibili tornano immensamente utili.
Inoltre, ci sono alcune sottigliezze da sottolineare. In base al contesto, la resa dovrà essere più o meno fedele all’originale.
L’interpretazione in tribunale, ad esempio, dovrà essere il più fedele all’originale possibile. Bisognerà riportare turpiloquio, insulti ed anche errori grammaticali, spesso, se ci si riesce.
Se invece si sta interpretando, ad esempio, in ambito pediatrico, si potrà e dovrà adattare il registro per rendersi comprensibili ai bambini, anche se la resa non sarà fedelissima a quanto detto nell’altra lingua.
In una simultanea, inoltre, si tratta di ascoltare mentre si parla. Senza toppare in nessuna delle due cose. Richiede molto allenamento e tantissima concentrazione, perché non è una cosa che viene naturale o semplice fare. Bisogna poi, con il tempo, imparare a modulare la voce ed in alcuni casi anche la dizione. Si tratta di un processo molto stancante, infatti generalmente ci sono almeno due interpreti in cabina, che dopo un po’ (30-45 minuti di media), si danno il cambio.
Infatti la capacità di ascoltare, parlare ed elaborare traduzioni adattandole a lingua e contesto da parte dei simultaneisti ha attirato l’interesse della comunità scientifica.
Nella consecutiva, dialogica e chuchotage, dove l’interprete è fisicamente visibile, dovrà badare al proprio aspetto e linguaggio del corpo. L’interprete non deve essere protagonista dello scambio o dell’evento, quindi non dovrebbe indossare indumenti appariscenti e nemmeno gesticolare o sedere in una maniera che potrebbe essere ritenuta poco consona.
Differenze principali con la traduzione
Nel processo di traduzione scritta si ha più tempo per comparare le versioni, cercare la parola più adatta o un sinonimo. Si può fare una breve pausa per ritornare sul lavoro o fare delle ricerche se non si comprende qualcosa. In un’interpretazione, simultanea in primis, tutto ciò non è possibile. Si deve avere la preparazione, ma soprattutto la prontezza, di risolvere il tutto all’istante, senza poter fare ricerche, pause o chiedere aiuto.
Ovviamente è possibile chiedere chiarimenti se si hanno dei dubbi, prima di interpretare, per evitare gaffe o brutte conseguenze, ma non durante una simultanea.
La tecnologia per il mondo della traduzione è abbastanza avanzata e varia, mentre per il mondo dell’interpretariato sta muovendo ora i primi passi.
Nel mondo della traduzione sono diffusissimi i CAT Tools (Computer-Assisted Translation Tools), come Trados Studio.
Nel mondo dell’interpretariato stanno nascendo piattaforme per risparmiare tempo nella creazione dei glossari o per averli più a portata di mano mentre si interpreta. Un’altra recente invenzione è la smart pen. Si tratta di una penna, con quadernino specifico annesso, che registra il discorso mentre si prendono appunti. Cliccando sugli appunti si può riascoltare quanto detto in quell’istante. Può tornare estremamente utile per riascoltare le cifre menzionate e non sbagliarle.
Negli ultimi anni, inoltre, sempre più interpreti stanno tastando il terreno nell’ambito del respeaking, una disciplina di sottotitolaggio in diretta, per le affinità con la simultanea.
Come si è potuto notare, traduzione ed interpretariato sono due campi che si intersecano costantemente, ma ognuno con le sue specificità.
Ora, inoltre, sarà più semplice pensare alla figura dell’interprete in moltissimi contesti ed eventi ai quali assistiamo quotidianamente e, di volta in volta, divertirci nell’individuarli e capire che tecnica stiano utilizzando.
Flavia Mancini