E’ difficile fare un parallelismo con altre discipline, ma la neonata ISL rappresenta un passo in avanti di enorme portata per il nuoto. Una sorta di Diamond League ma ben più rock and roll, che porterà finalmente i nuotatori dove meritano di stare: nell’Olimpo dei divi dello sport mondiale.
L’International Swimming League nasce nel 2019, tra numerose polemiche, con l’intento di dare slancio al mondo del nuoto. I primi a vedere di cattivo occhio la nuova lega sono stati proprio i vertici della FINA, federazione internazionale di nuoto. Niente in contrario al clamore mediatico della nuova competizione, bensì una sorta di invidia verso un movimento che sin dalla sua nascita dava l’impressione di poter diventare ai livelli di altri sport ben più popolari. D’altronde è sempre stato il grande neo del nuoto quello di non riuscire a coinvolgere il pubblico se non attraverso le competizioni internazionali di maggiore importanza, che tuttavia hanno cadenze non frequenti. I tentativi della FINA di correre ai ripari dal sorpasso lampo della ISL sono apparsi particolarmente goffi e non hanno portato a grandi risultati. L’introduzione della Champions Swim Series per contrastare la Champions League della International Swimming League non ha portato i frutti desiderati. L’ultima tappa di Napoli ha dimostrato come la ISL rappresenterà il futuro di questo fantastico sport.
La competizione
Oltre 100 atleti, di 28 federazioni diverse, vanno a comporre i team, suddivisi in europei e statunitensi. Ogni squadra è suddivisa in pari quantità di uomini e donne, raggruppati non per nazionalità ma per interessi puramente commerciali e di visibilità. La “madrina” della competizione è propria la nostra Federica Pellegrini, La Divina, in un team chiamato Aqua Centurions a forte trazione azzurra con Paltrinieri, Detti, Cseh, McKeon e altri grandi talenti. Tra gli altri capitani ci sono fenomeni del calibro della Lady di Ferro Katinka Hosszú, il ranista migliore della storia Adam Peaty e la pluriolimpionica Katie Ledecky. A rendere il tutto ancora più coinvolgente, gli organizzatori hanno messo sul piatto dei nuotatori cifre importanti. Si parla di un budget complessivo da oltre 20 milioni di dollari, con premi ricchissimi per i vincitori. Dopo le tappe di Indianapolis e Napoli a comandare la classifica troviamo i Cali Condors e gli Energy Standard.
La necessità di una lega così
Inizialmente in tanti hanno storto il naso per l’avvento a gamba tesa della International Swimming League. Senza dubbio, i premi messi sul piatto hanno stimolato non poco i big del nuoto, ma visto l’andamento della competizione si può affermare che non sia stato neanche lontanamente il fattore dominante. L’International Swimming League si inserisce in un mondo sportivo che sta vedendo nuove forme di sfide con la volontà di rendere più dinamico e coinvolgente il tutto. D’altronde la ISL è paragonabile ad un botto assordante nel panorama natatorio e per fare esplodere tutto questo in così poco tempo sono inevitabilmente necessari sforzi economici importanti. Con ogni probabilità questi investimenti daranno frutti nei prossimi anni, perché se continuerà questo trend non è da escludere che già nel 2020 o 2021 assisteremo alle gare nei principali canali sportivi. Gli appassionati diranno “finalmente”, ma fino a qualche anno fa quello che stiamo vivendo era un’enorme utopia. Nessuno rimpiazzerà i mondiali, gli europei, il Sette Colli, ecc. ma anzi andranno a braccetto. Solo così il nuoto diventerà uno sport pop. E visto che è una delle discipline più praticate al mondo non sarebbe neanche troppo fuori luogo.
I prossimi appuntamenti saranno con il Girone B a Dallas e a Budapest nei prossimi due weekend. Grazie alla International Swimming League ora tutti possiamo godere a pieno delle gesta dei fuoriclasse.
Federico Smania