Il nome scientifico è pongo, ma questo primate è più conosciuto come orangutan il nome che le popolazioni dei luoghi in cui vive (attualmente solo Borneo e Sumatra ma precedentemente anche Malesia e Indonesia) gli hanno dato, l’etimologia della parola orang = persona e hutan = foresta dunque “persona della foresta” chiarisce come non sia una novità che nel campo intelligenza dei primati l’orangutan sia un campione.
Quello che hanno scoperto i ricercatori però ha sorpreso persino loro, confrontati con un compito da risolvere per guadagnare una ricompensa (raggiungere un cestino di cibo) hanno dimostrato di possedere una capacità che la maggior parte dei bambini di cinque o sei anni non possiede (è invece posseduta dalla totalità dei bambini normali di otto anni).
Questa capacità è il reinventare un semplice strumento modificandone uno in loro possesso senza che nessuno avesse spiegato loro come fare, i bambini di cinque anni per esempio dimostrano di essere perfettamente in grado di svolgere il compito dopo che qualcuno ha mostrato loro come fare.
La ricerca è stata condotta da un team formato da biologi cognitivi e psicologi comparativi formato da Isabelle Laumer e Thomas Bugnyar biologi cognitivi presso l’Università di Vienna, Alice Auersperg dell’Università di Medicina Veterinaria di Vienna e da Josep Call dell’Università di St.Andrews.
Ma quali sono state queste prove di intelligenza?
Due esperimenti: un cestino con un manico da recuperare dal fondo di un cilindro verticale, nell’altro caso sempre un cestino pieno di cose appetibili infilato in un lungo tubo orizzontale. Nel primo caso all’orango viene fornito un fil di ferro lungo, per recuperare il cestino deve avere la capacità di capire che deve piegarlo ad uncino e tirare su il cestino agganciando il manico, nel secondo caso viene fornito un fil di ferro piegato a 90° e deve capire che se lo raddrizza può usarlo per spingere fuori il cestino.
Molti degli oranghi testati (nello zoo di Lipsia) sono riusciti in almeno un compito, ma addirittura due esemplari (evidentemente i più svegli della compagnia) sono riusciti in entrambi i compiti in pochi minuti e al primo tentativo, risolvendo subito il puzzle. Gli orangutan hanno operato essenzialmente con bocca e denti usando le zampe solo per tener fermo il fil di ferro e dopo aver forgiato il nuovo utensile l’hanno immediatamente utilizzato nella maniera corretta, facendo ritenere che non si sia trattato di routine comportamentale ma di inventare una soluzione al problema. Ribadisco tante volte fosse necessario che la straordinarietà non è nell’usare un uncino, lo fanno pure dei corvi, ma nel crearlo e senza che nessuno lo abbia insegnato prima. La probabile spiegazione scientifica del perché un bambino di cinque anni (ma addirittura il 50% di quelli di sette) non risolve il compito è nello scarso sviluppo a quell’età della media corteccia prefrontale che presiede a compiti di una certa complessità e quello della piegatura (o raddrizzamento dell’uncino) è un compito complesso costituito da step intermedi che non hanno una ricompensa immediata.
Roberto Todini