”Quando hanno scelto di lasciare il campo, erano consapevoli di abbandonare ogni speranza di fare i playoff, ma hanno detto che non importava. Ci sono cose più importanti nella vita e dobbiamo difendere ciò in cui crediamo”.
Così Landon Donovan, ex stella del calcio Usa e ora tecnico del San Diego Loyal ha difeso la scelta dei suoi giocatori. I quali, dopo l’intervallo della gara di USL Championship contro i Phoenix Rising hanno deciso di inginocchiarsi e di abbandonare il campo. Il gesto rappresentava una forma di protesta per un insulto omofobo subito da un compagno, Collin Martin, dichiaratamente omosessuale. Il San Diego Loyal stava vincendo per 3-1 e i tre punti sarebbero stati fondamentali per il sogno playoff. Sogno infranto, visto che, da regolamento, il risultato non è stato omologato, trasformandosi in una sconfitta per 0-3 a tavolino.
Insulto omofobo e insulto razziale: la risposta dello sport americano
Martin, tra i pochi calciatori statunitensi dichiaratamente omosessuali, ha dichiarato che non si tratterebbe della prima volta in cui riceve un insulto omofobo. In questo caso sarebbe arrivato da Junior Flemmings. Il calciatore dei Phoenix Rising respinge ogni accusa e, nel frattempo, la USL Championship ha aperto un’inchiesta per accertare i fatti. Ma la squadra di Donovan non è nuova a gesti di solidarietà di questo tipo. La settimana precedente, dopo la gara contro la seconda squadra dei LA Galaxy, il San Diego Loyal aveva rinunciato al punto acquisito con l’1-1 finale. La motivazione, questa volta, riguardava un insulto razziale subito da un proprio giocatore, Elijah Martin. La società aveva spiegato la decisione affermando di “non voler sentirsi parte di una gara in cui fatti del genere avevano potuto verificarsi”.
Più in generale, oltre al calcio, tutto lo sport americano ha dimostrato negli ultimi mesi una particolare attenzione per il tema dei diritti civili. Dopo il ferimento dell’afroamericano Jacob Blake, avvenuto il 23 agosto, infatti, l’NBA aveva rinviato alcune gare per la protesta messa in atto da alcuni giocatori. Anche altre leghe, come la WNBA (campionato di basket femminile), la MLB (lega di baseball) e la MLS (prima divisione calcistica statunitense) avevano deciso di fermarsi a sostegno del movimento Black Lives Matter.
Simone Guandalini