ll nuovo rapporto (pubblicato il 19 agosto) del Tony Blair Institute for Global Change, intitolato Planes, Homes and Automobiles: The Role of Behaviour Change in Delivering Net Zero, calcola che basterebbero piccoli sforzi da parte di ciascuno per contenere il cambiamento climatico.
Lo studio analizza quali cambiamenti di comportamento sarebbero necessari per raggiungere le emissioni zero in Gran Bretagna, e sonda quanto l’opinione pubblica britannica sia pronta nell’intraprendere questi comportamenti.
Il comportamento di ciascuno è fondamentale per il cambiamento climatico?
Dal 2009 al 2019, circa l’87% delle riduzioni delle emissioni sono state raggiunte mediante politiche e misure che non richiedessero cambiamenti nei nostri stili di vita. Tuttavia, si prevede che, al fine di raggiungere le emissioni zero entro il 2050, sarà necessario iniziare a farli. Tanto che, tra il 2020 e il 2035 le ulteriori riduzioni di emissione dovranno esser ottenute per il 59% da un cambiamento minimo nei nostri stili di vita.
Raggiungere le emissioni zero mediante i soli cambiamenti tecnologici non è sufficiente. E’ necessario contribuire cambiando i nostri comportamenti sia individuali che sociali (come per esempio volare di meno o mangiare meno carne). Creare, cioè, un sistema misto di lotta al cambiamento climatico, che prevede sia una riduzione a livello di produzione industriale e produzione energetica, sia un cambiamento dei nostri comportamenti.
Quali sono questi cambiamenti comportamentali per lottare contro il cambiamento climatico?
Questi sforzi non sono in realtà così drastici o drammatici come molti sostengono: non dovremo stravolgere i nostri stili di vita. Ma un semplice e piccolo sforzo da parte di ciascuno avrebbe allo stesso tempo un grande impatto positivo sul pianeta.
L’instituto individua 6 comportamenti chiave, tra il 2020 e 2035, necessari per il raggiungimento delle emissioni zero. Tra questi rientrano piccoli accorgimenti sui consumi domestici: la riconversione del 40 % di case con sistemi di riscaldamento a basse emissioni (low-carbon heating system), un maggiore efficientamento energetico, una riduzione del 37% di rifiuti non differenziabili (riducendo i consumi e aumentando il riciclaggio). Altrettanto piccoli sono gli accorgimenti sui trasporti: diminuire del 4% i km in auto per guidatore (incentivando una mobilità sostenibile), raggiungere circa il 60% delle auto alimentate da batteria elettrica, ridurre i voli del 6% per km per persona. Inoltre, fattore sottovalutato, ma altrettanto importante, quello di ridurre il consumo di carne e latticini del 20%. Non sono ovviamente gli unici cambiamenti richiesti, ma sono i punti chiave sui quali fare forza.
Quanto e come è informata l’opinione pubblica britannica?
Alcuni sondaggi mostrano che la comprensione pubblica di cosa net zero (emissioni zero) significhi è molto limitata. Vengono evidenziate inoltre delle differenze demografiche: la conoscenza e la consapevolezza del tema è maggiore tra gli elettori più giovani e quelli con reddito più alto.
Inoltre, la sensibilizzazione delle tematiche ambientali e delle emissioni zero è molto limitata e cresce lentamente, e la maggior parte delle persone crede che faccia abbastanza per il cambiamento climatico. Tuttavia, sembra vi sia un generale consenso che si possano attuare delle politiche funzionanti per contrastarlo.
Interessanti appaiono i dati sulle responsabilità: si pensa che la maggioranza delle responsabilità cadano sulle industrie, le compagnie e i settori pubblici. Allo stesso tempo, si reputa che il governo e l’economia abbiano un ruolo vitale per la lotta al cambiamento climatico.
Disponibilità al cambiamento degli stili di vita
In generale, si nota una maggiore consapevolezza riguardo il mondo delle auto elettriche, e una maggiore disposizione nell’usarle, rispetto per esempio all’installazione di sistemi di low-carbon heating. Ma ci sono alcune barriere che frenano questo passaggio di mobilità, ovvero i costi economici e una certa pigrizia o scocciatura nell’intraprenderlo.
Per quanto riguarda il guidare o il volare di meno, una buona maggioranza si mostra disponibile a impegnarsi in tal senso, oppure è convinta di fare già tutto il possibile.
Per quanto riguarda la dieta e il consumo, non ci sono abbastanza dati per poter valutare. Come detto prima, è un tema sottovalutato, seppur importante.
Che politiche attuare?
L’Istituto raccomanda al governo britannico di attuare una politica più attiva nei confronti della sensibilizzazione al tema del cambiamento climatico. In particolare, suggerisce una comunicazione chiara, sui tempi e le tipologie di cambiamento da attuare nelle nostre singole vite. Accorgimenti piccoli, ma dal valore grande.
E’ importante una comunicazione onesta, chiara, concisa, specifica. E’ fondamentale la trasparenza, con la condivisione dei dati, delle statistiche, dell’andamento del cambiamento climatico e della lotta contro questo. Ma soprattutto, è necessario dare l’esempio, chiamare all’azione e sensibilizzare gli elettori, rendendoli agenti consapevoli nei confronti della lotta al cambiamento climatico. Agenti consapevoli, perchè la consapevolezza è l’arma per una piena adesione a una lotta in cui siamo tutti parte essenziale.