Il dibattito sull’alimentazione a base di insetti sorge perché dal 1° gennaio 2018 sarà operativo il regolamento sul novel food, un pacchetto di norme approvato alla fine del 2015.
Non solo, quindi, sarà possibile commercializzare insetti e alimenti realizzati con formiche, grilli, tarme ecc., ma anche cibi a base di alghe o con strutture molecolari modificate.
I dubbi maggiori potrebbero sorgere in merito all’ampiezza che questo tipo di mercato potrebbe avere nel nostro Paese. Ma le aziende nostrane che volessero intraprendere questa strada, come anche quelle estere interessate a vendere sul mercato italiano, non dovrebbero preoccuparsi, soprattutto considerando i dati emersi dalla ricerca del Centro Studi.
I dati della ricerca sugli insetti
La Società Umanitaria di Milano e il suo Centro Studi hanno intervistato un campione di 500 persone, ottenendo dei risultati positivamente inaspettati.
Da una recente indagine svolta dalla Società Umanitaria di Milano e del Centro Studi per lo sviluppo sostenibile,
il 47% degli intervistati si è espresso a favore della liberalizzazione decisa dall’UE e il 28% è interessato ad assaggiarli.
I più propensi sembrano gli uomini, 58% contro il 42% delle donne, mentre i Millennials sono risultati più aperti rispetto agli adulti.
La percentuale più alta di pareri favorevoli alla liberalizzazione si è registrata tra chi già consuma cibi etnici (57%), è attento all’ambiente e alla sostenibilità (50%), viaggia molto all’estero ed acquista prodotti a km 0 (49%).
I pareri favorevoli diminuiscono quando si parla di mangiare realmente gli insetti e i cibi a base di essi, sebbene le parti schierate in campo restino più o meno compatte anche per questa interrogazione.
I più propensi al novel food sono sempre gli uomini e i Millennials, nonché chi viaggia all’estero ed è attento alla sostenibilità alimentare.
Arrivando poi al dunque, gli insetti che più si vorrebbe assaggiare sono le forniche, seguite da grilli e cavallette. Non destano invece simpatia scarafaggi, mosche, cimici, vermi e zanzare.
Gli antichi romani e il consumo di insetti
Oggi le persone che viaggiano molto all’estero si saranno già confrontate con alimentazioni a base di insetti, per esempio in Asia, Africa e Centro America.
Attualmente nel mondo sono circa 2 miliardi le persone che si nutrono di insetti.
Per quanto possa sembrare strano, un’alimentazione a base di insetti era diffusa anche in Italia, tanto tanto tempo fa. Ne troviamo traccia nelle testimonianze di Plinio il Vecchio, che raccontava come nella Antica Roma gli insetti fossero commestibili, oppure, alcuni secoli prima, Aristotele scriveva che le cicale avevano un buon sapore.
Attendiamo quindi il prossimo gennaio per poter esprimere il nostro parere?
Leggi anche: “Gli hamburger di insetti e l’alimentazione del 2017”
Annachiara Cagnazzo