Mai come in questo periodo gli insetti sono stati al centro dell’attenzione dell’uomo.
Appartengono probabilmente alla sola fonte inesauribile presente sul nostro Pianeta.
Ma non sono qui per parlarvi del cibo del futuro, né tanto meno per incitarvi a gustare un buon piatto di spaghetti conditi con un sugo a base di grillo.
Sono qui per illustrarvi un mondo estremamente affascinante, a cui spesso noi umani non dedichiamo la giusta importanza. Si tratta di un set fotografico pieno di sorprese; e grazie alle continue innovazioni fotografiche, affrontando la macrofotografia, è più semplice addentrarsi nel microscopico mondo degli insetti, per scoprire la loro quotidianità. Si, voglio parlare proprio di quegli esserini microscopici e fastidiosi, che tentiamo in tutti i modi di eliminare dalla faccia della Terra.
Uno dei tanti pregiudizi anti-insetto che non sopporto, è quello che sentenzia che gli insetti siano stupidi.
“Hanno un cervello microscopico! Sono sicuramente stupidi, mica possono essere fighi come noi umani, con la nostra ultra smart neocortex!”
Niente di più sbagliato.
Avete mai sentito parlare di intelligenza collettiva?
Ma partiamo per ordine. Partiamo dai numeri, che sono più affidabili, e hanno quel “non so chè” che profuma di statistico e matematicamente corretto.
Un cervello umano pesa all’incirca 1, 1.5 kg. Il peso del cervello di una balena si aggira invece intorno ai 9 kg. E quello di un orso polare? Pesa almeno 498 g, quello di un ippopotamo si aggira intorno ai 598 g, superato da quello del cammello, che raggiunge ben i 762g.
E quello di un insetto? E’ talmente microscopico da rendere difficile anche immaginarlo!
Quindi, da cosa sono guidati questi esserini? Da un sistema nervoso proporzionato alle loro dimensioni, ovviamente!
Negli insetti il sistema nervoso centrale è costituito da un doppio cordone nervoso che corre lungo tutto il corpo, e collega il cervello, dalle dimensioni certamente inferiori a quelli prima citati, posto nel capo; e alcuni gangli che fungono da centri di controllo locali, da cui partono nervi, che costituiscono il sistema nervoso periferico. Questo è decisamente affascinante e misterioso, perché formato da neuroni sensori, che comunicano con gli straordinari organi di senso di questi particolari animaletti.
E non sto esagerando nel definirli straordinari. Pur essendo minuscoli ed apparentemente insignificanti, anzi, spesso e volentieri schifidi, possiedono un sistema sensoriale estremamente sofisticato, in grado di percepire i cambiamenti della pressione dell’aria circostante, e di avvertire il pericolo. Altamente efficiente è il sistema di ricezione acustico; in alcuni, i peli che hanno sulla cuticola sono sensibili alle correnti d’aria, al tatto e alle onde sonore. Le lunghe antenne sono invece sensibili alle vibrazioni, alcune specie sono addirittura in grado di percepire gli ultrasuoni.
Se mi parlassero di esseri corazzati, capaci di camminare sull’acqua, dotati di armi chimiche, tecniche di volo avanzate, radar sofisticati, capacità di essere mimetici, e di utilizzare tecniche di caccia o dissuasione; difficilmente riuscirei a capire al primo colpo che si tratta solo di un semplice insetto, uno di quelli che noi semplici umani siamo abituati a sotterrare in un angolino sotto la suola delle scarpe.
Probabilmente mi illuminerei esclamando “Batman esiste!”
Invece questo è solo un semplice elenco di alcune delle molteplici capacità degli insetti.
Dalle informazioni date fin qui, però, possiamo già intuire che intelligenza e cervello non sono sinonimi. Gli insetti possiedono un cervello microscopico, eppure registrano migliaia di imput sensoriali: hanno centinaia di occhi, odorano e toccano attraverso le antenne, sono ricoperti da una peluria, che permette loro di avvertire gli spostamenti d’aria. Inoltre imparano, si creano mappe mentali dell’ambiente in cui si trovano, regolano il battito di ali in base alla velocità del vento; le api danzano coreografie sempre diverse, le formiche manipolano l’ambiente a loro piacimento.
La differenza tra noi e loro, a parte quella evidente, non sta nel numero di neuroni, non è la dimensione che definisce le capacità, ma il trucco sta nei collegamenti tra i differenti gangli di neuroni, che portano a comportamenti tangibili direttamente. Questa è la vera differenza, il vero vantaggio non risiede nella grandezza ma nella flessibilità. Ed è proprio questa flessibilità che l’uomo ha iniziato a studiare, è proprio in questo aggettivo che risiede il fascino di questi animali, e le loro incredibili potenzialità.
Inizialmente vi ho accennato il termine ”intelligenza collettiva”. Ci avete pensato?
L’intelligenza collettiva è un campo di ricerca scientifica, che si pone tra la scienza del computer, la robotica, e la biologia degli insetti sociali. Qui arriva la domanda più che legittima: “insetti e computer nella stessa frase?”
Ebbene si. Questa scienza utilizza i modelli di comportamento collettivo degli insetti sociali, per creare sistemi decentralizzati di interazione semplice e agenti mobili. Si tratta di un insieme di algoritmi, formule ostiche e complicatissime, che vanno al di là della mia umana comprensione, basati sull’intelligenza degli sciami.
La natura, di fatto, ha sviluppato tecniche intelligenti, anzi geniali, per risolvere problemi di vario tipo. L’adattamento alle variazioni ambientali, la difesa dell’organismo mediante il sistema immunitario, la coordinazione tra insetti sociali. Su quest’ultimo dato è bene spendere due parole in più. L’intelligenza collettiva che emerge dagli insetti sociali non risiede nelle singole capacità di un solo individuo, ma piuttosto in una fitta rete d’interazioni che esistono tra i vari soggetti, e tra questi e l’ambiente in cui vivono. Tali algoritmi, basati come abbiamo detto sull’intelligenza degli sciami, cercano di riprodurre il comportamento degli insetti che vivono in colonie; come formiche, le api, le termiti e le vespe. Questi insetti sono infatti individualmente semplici, ma danno luogo a comportamenti collettivi molto complessi, come ad esempio la costruzione di un formicaio e l’approvvigionamento di cibo.
Le formiche ci stupiscono da secoli; piccole ma fortissime, hanno un’organizzazione sociale spaventosa, in cui ruoli e risorse sono adeguatamente distribuiti. Scavano, lavorano, costruiscono veri e propri edifici, che sembrano concepiti da una sola mente. Questo di certo impressiona e ci meraviglia, ma mai quanto la modalità di “trofallassi”, fondamentale per la sopravvivenza della colonia; la formica, di fatto, è talmente sociale che, oltre ad un normale stomaco, ne possiede uno dedicato esclusivamente per condividere il cibo con gli altri membri della società. Questa è la mente collettiva, questa è l’intelligenza collettiva, che l’uomo si propone di studiare, per migliorare la vita umana, o magari anche solo per rimediare agli errori commessi.
Inoltre, Algoritmi basati sulla riproduzione di sciami, sono già stati efficacemente utilizzati anche in ambito informatico, per l’indirizzamento dei pacchetti di dati nelle reti; o in ambito telefonico, per la gestione delle reti telefoniche, in scala locale o globale.
Si dice che l’essere umano sia dotato di un’intelligenza superiore a tutte le creature esistenti nel nostro pianeta; è capace di risolvere problemi di estrema complessità di natura sia teorica che pratica. Eppure, forse, siamo troppo orientati su noi stessi. Troppa intelligenza individuale? Di certo tanto egoismo.
L’intelligenza collettiva ci affascina da sempre, e chi lo sa che non porti a qualcosa di buono.
Insomma, gli insetti ci insegnano che “l’unione fa la forza” non è solo un modo di dire, ma un vero e proprio stile di vita.
Mi piacerebbe concludere questa riflessione ringraziando questa classe di esseri viventi più numerosa esistente al mondo, gli insetti, perché rappresentano un’importanza scientifica e biologica impressionante; e anche se spesso e volentieri ho agito da carnefice, sotterrandoli sotto la suola delle scarpe, sono sicura che se siamo ancora su questo pianeta, è anche grazie a loro.