Insegnante di sostegno picchia bimbo di 7 anni autistico con pugni e schiaffi.
Un insegnante di sostegno di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, è stato sospeso per un anno perché accusato di aver picchiato un bimbo autistico di sette anni.
Le indagini svolte dalla Polizia Giudiziaria a seguito della denuncia presentata dal padre del bimbo, la quale ha trovato riscontro e conferme dalle riprese effettuate. Le telecamere nascoste nell’aula della scuola frequentata dal bimbo e le intercettazioni ambientali, avrebbero appurato quanto confidato dal bimbo al padre e dallo stesso esposto nella denuncia.
La procura ha emanato un comunicato nel quale esprime:
L‘insegnante ha attuato in più occasioni comportamenti aggressivi e prevaricatori nei confronti dell’alunno, interloquendo con lui con un tono aggressivo e minaccioso.
F.C. l’insegnante indagato, secondo quanto riporta il comunicato della Procura di Palmi, avrebbe maltrattato verbalmente, fisicamente e psicologicamente e reiteratamente il piccolo, mettendolo in una condizione di soggezione e con l’unica intenzione criminosa di ledere la sua integrità psicologica fisica e morale tale da rendergli estremamente dolorosa la frequentazione scolastica.
Il provvedimento è stato preso dal Giudice per le indagini preliminari di Palmi, Barbara Borelli, su richiesta del Pubblico Ministero della Procura.
Come è noto di questi accadimenti, purtroppo, nelle cronache ve ne sono soventemente riportati. Lungo lo stivale Italia sentiamo spesso notizie di violenze nei confronti di minori. Spesso e soprattutto nelle scuole. Proprio in quegli ambienti ai quali affidiamo i nostri figli. Con questi esempi anche i bambini poi si sentono autorizzati a comportarsi al medesimo modo. https://www.ultimavoce.it/
Proprio gli insegnanti di sostegno, coloro i quali dovrebbero avere un metodo ed una approccio appropriato, a quanto pare sono quelli meno “pazienti”. Ciò è più facile che accada quando gli alunni vengano allontanati dal resto della classe, per seguire un programma diverso dai propri compagni. Spesso con la scusante che la classe deve andare avanti, questi ragazzi che abbisognano di un supporto vengono esclusi dagli altri. Ma la buona scuola dell’inclusione dove è in questi casi?
Questi insegnanti di sostegno dovrebbero avere il doppio della pena proprio per il ruolo che dovrebbero investire.
Raffaella Presutto