Brutta storia di inquinamento a Serle (Bs). Nella notte tra il 24 e il 25 marzo, ignoti hanno riversato oltre un quintale di olio minerale esausto in uno stagno conosciuto come Pozza di Meder. Solo qualche ora prima quello stesso stagno era stato teatro dell’iniziativa Notte da Rospi, una manifestazione naturalistica che da anni è promossa dal Comune di Serle per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo la tutela degli anfibi. In particolare dei rospi, una specie in pericolo di estinzione che proprio in questo periodo dell’anno si stanno riproducendo. Il fatto che il gesto sia stato compiuto subito dopo la manifestazione lascia pensare che sia stato un modo di esprimere dissenso proprio nei confronti delle risorse destinate dal Comune alla salvaguardia di questi animali, come fa notare il Sindaco Paolo Bonvicini.
Il Parco Naturale
Il Monumento Naturale Altopiano di Cariadeghe si trova nel Comune di Serle, in provincia di Brescia. Si tratta di un’area protetta di circa cinquecento ettari, particolare per le sue caratteristiche geomorfologiche e per la sua abbondanza faunistica e botanica. Essendo un terreno carsico è, infatti, ricco di suggestive grotte e gallerie a cui si deve la definizione di “Carso Bresciano”. In superficie, la zona è ricoperta da boschi di latifoglie montane e sub-montane, che comprendono diversi esemplari di alberi secolari. Sono 36 gli uccelli che vi si riproducono, tra cui il Falco pechiaiolo, la Poiana e il Gheppio. Non mancano vaste zone destinate a prati e pascoli. La Pozza di Meder è lo stagno principale. Qui, oltre a tritoni e pesci, vive una variegata comunità di anfibi che conta rospi, rane, salamandre. Tutti questi piccoli e delicati animaletti si trovano ora imbrattati di olio. Cosa che mette a repentaglio la loro sopravvivenza.
La bonifica e il salvataggio degli animali
Da domenica decine di volontari sono impegnati nelle operazioni di soccorso. Gli animali sono stati recuperati uno a uno e lavati con acqua pulita, nella speranza di salvarli dall’asfissia. Purtroppo pare che sia molto più difficile fare lo stesso con le uova, che quindi andranno quasi tutte perdute. Fortunatamente, non tutte le uova sono già state deposte. Per la bonifica del laghetto, secondo il quotidiano Bresciaoggi, si è proceduto utilizzando grandi fogli di materiale assorbente nel tentativo di recuperare in parte l’olio. Inoltre, Stefano Taini, titolare della start up bresciana Test1, ha messo gratuitamente a disposizione la sua tecnologia, consistente in una specie di spugna in grado di ripulire l’acqua assorbendo gli idrocarburi. La speranza è che la pozza possa tornare quella di prima. Un’alternativa potrebbe essere il trasferimento degli animali in un’altra pozza, al momento prosciugata, che verrebbe ripristinata. Per il momento sono mantenuti all’interno di tre recinti, dove vengono bagnati e monitorati.
Volontari per l’Ambiente
La Guardia Nazionale Ambientale è un’associazione su base volontaria che dal 2001 si occupa di salvaguardia dell’ambiente. Dapprima solo in Umbria e poi gradualmente su gran parte del territorio nazionale, arrivando a essere presente oggi in 18 regioni con riconoscimento istituzionale del Ministero dell’Ambiente. I suoi volontari sono stati i primi ad accorrere alla pozza di Meder la mattina del 25 marzo, ma non sono stati i soli. Lipu, Enpa, Lac, Cabs, Pro Loco, la Banda, Green Serle, ma anche semplici cittadini, nonché naturalmente le Guardie Ecologiche Volontarie della Valsabbia e dell’Alto Garda. La Protezione Civile ha portato sul posto l’acqua pulita. Insomma, a fronte di uno o pochi più vigliacchi incivili si contano decine di persone che hanno a cuore il territorio, pronte a spendere il proprio tempo e a sporcarsi letteralmente le mani per tutelarlo.
Mi chiedo che senso possa avere compiere un gesto di una così alta inciviltà e crudeltà che danneggia l’intera collettività.
Paolo Bonvicini, Sindaco di Serle
Il Comune di Serle rende noto che c’è ancora bisogno di volontari. Chi fosse della zona e volesse rendersi utile, può mandare una mail a questo indirizzo: [email protected] indicando la propria disponibilità. Riceverà indicazioni su come muoversi.
Il reato di inquinamento ambientale
Il reato di inquinamento ambientale prevede una pena da 2 a 6 anni, con multe fino a 100.000,00 Euro, per chi provochi «una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili: 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo; 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna. Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata» (art. 452-bis Codice Penale). Si tratta di un reato di recente istituzione. È solo con la Legge 68/2015, infatti, che si è introdotto il Titolo VI-bis nel Codice Penale, dedicato ai reati ambientali. Al momento i Carabinieri hanno posto sotto sequestro i fusti che contenevano l’olio. È auspicabile che i colpevoli possano essere individuati e puniti in modo esemplare.
Michela Alfano