Che potesse esistere un legame tra inquinamento e morbo di Parkinson era un’idea in giro da un po’, si era infatti notato che popolazioni che vivono in zone con alti livelli di inquinamento da traffico presentano livelli di incidenza più alti di questa malattia neurodegenerativa.
Ora ne arriva conferma dall’Università della California Los Angeles, lo studio è stato pubblicato su Toxological sciences.
La ricerca è stata condotta sui pesci zebra (conosciuto anche come danio zebrato).
Gli scienziati hanno scoperto che il diesel esausto (il residuo di combustione dei motori diesel) può innescare la crescita dei livelli di una proteina chiamata alfa-sinucleina.
L’alfa-sinucleina è una proteina solubile presente nel cervello umano di cui non sappiamo la funzione che però sappiamo in alcune malattie neurodegenerative come il Parkinson forma degli aggregati insolubili.
Voi direte ma perché proprio il pesce zebra come cavia? Per due motivi principali: il primo è che, per strano che possa sembrare a noi profani, i suoi neuroni interagiscono in maniera simile a quelli umani e quindi è un buon modello per studiare i cambiamenti molecolari nel cervello, il secondo motivo è che questo pesce è trasparente, quindi gli scienziati possono osservare quello che succede al suo interno senza doverlo uccidere ed aprire.
Come si è svolto l’esperimento su inquinamento e morbo di Parkinson
Usare dei pesci ha anche reso facile da realizzare l’esposizione continua agli inquinanti, noi respiriamo l’ossigeno nell’aria, i pesci respirano l’ossigeno nell’acqua, il dr. Jeff Bronstein, professore di neurologia alla UCLA, e il suo team hanno disperso nell’acqua in cui erano tenuti i pesci le sostanze chimiche dannose contenute nel diesel esausto.
Prima dell’esposizione avevano controllato nei pesci come funzionasse il sistema di smaltimento rifiuti che elimina dall’organismo le proteine che accumulandosi diventano tossiche come la alfa-sinucleina. Durante l’esposizione le cellule cerebrali hanno cominciato a morire e gli scienziati hanno potuto verificare che si notavano meno “sacchetti della spazzatura” che si dovrebbero occupare di smaltire la proteina.
L’esperimento è stato ripetuto con cellule cerebrali umane in vitro e l’esposizione ai gas esausti ha dato lo stesso risultato. Questa ricerca suggerisce un meccanismo possibile atto a spiegare come l’inquinamento possa causare il morbo di Parkinson a conferma dell’ipotesi suggerita dalla maggiore incidenza in certe aree urbane.
Roberto Todini