L’inquinamento da plastica potrebbe diminuire dell’80% entro il 2040. Queste le conclusioni del nuovo rapporto del Programma ambientale delle Nazioni unite (Unep).
Il rapporto è stato pubblicato in occasione dei negoziati a Parigi il cui titolo è “Chiudere il rubinetto: come il mondo può mettere fine all’inquinamento da plastica e creare un’economia circolare”. Ovviamente si tratta di un’ipotesi fine a sé stessa fin tanto che le aziende e i Paesi non attueranno profondi cambiamenti politici e nuove strategie di mercato.
Attualmente il mondo produce 430 milioni di tonnellate di plastica ogni anno, due terzi dei quali sono prodotti monouso che dopo un primo utilizzo sono classificati come rifiuti. A questi si sommano un’importante eredità di inquinamento da plastica già esistente. In base alle statistiche attuali la produzione di plastica è destinata a triplicare entro il 2060.
Il piano d’azione dell’ONU
Secondo la tabella di marcia dell’ONU il piano di riduzione di rifiuti da plastica si struttura seguendo uno schema con tre punti fondamentali. Il riutilizzo è il primo.
Si tratta di riciclo di prodotti di plastica attraverso i sistemi di deposito-rimborso o di ritiro degli imballaggi. Questo sistema può ridurre l’inquinamento di plastica del 30% entro il 2040.
Anche il riciclo è una strategia del programma. Tramite la messa a punto di linee guida di progettazione per migliorare la riciclabilità l’inquinamento si ridurrebbe di un ulteriore 20%.
Infine il riorientamento e la diversificazione potrebbero portare ad un’ulteriore riduzione del 17%, tramite la sostituzione di prodotti da imballaggio con materiali sostenibili, come la carta.
Un’altra soluzione da incentivare è la progettazione di sistemi di smaltimento di rifiuti plastici non riciclabili, attribuendo le giuste responsabilità nel rilascio di microplastiche.
Pur seguendo le misure elencate, entro il 2040 avremo a che fare ancora con più di 100 milioni di tonnellate di plastica da dover gestire.
Già nel marzo del 2022, 193 Paesi avevano concordato di porre fine all’inquinamento da plastica. Sono invece ora in corso i negoziati Unep per un accordo giuridicamente vincolante entro il 2024. Il secondo ciclo di negoziati inizierà il 29 maggio.
I benefici di un’economia circolare
Un cambiamento drastico da un’economia basata sullo spreco ad un’economia circolare comporterebbe un risparmio di 1270 miliardi di dollari. A questi si aggiungerebbero i più di 3000 miliardi di dollari risparmiati da fattori come l’inquinamento atmosferico e nei mari, il clima, e la salute.
Si pensa che questa svolta potrebbe anche tradursi in un aumento netto di 700.000 posti di lavoro entro il 2040, principalmente nei paesi a basso reddito, migliorando significativamente le condizioni di vita di milioni di lavoratori.
Insomma, sarebbe un susseguirsi di benefici.
Ma il tempo giocherà a sfavore: anche un ritardo di cinque anni porterebbe ad un aumento di 80 milioni di tonnellate di inquinamento da plastica entro il 2040.
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