Diminuire l’inquinamento crea inquinamento da idroperossidi

los angeles 1973

Sono stato tentato di intitolare l’articolo semplicemente: diminuire l’inquinamento produce inquinamento, sarebbe stato un titolo più acchiappa click, già mi immagino tutti quelli che avrebbero pensato: “ma che scrive sto coglione?” e tecnicamente il titolo sarebbe stato corretto.
Infatti la ricerca condotta da Paul Wennberg del CalTech e da Henrik Kjaergaard dell’Università di Copenaghen e pubblicata su PNAS afferma che un imprevisto effetto collaterale dell’aver ripulito l’aria delle città americane rispetto ai livelli di inquinamento degli anni ’70 è la produzione di inquinamento da idroperossidi di cui si dovrà valutare l’incidenza sulla salute pubblica.
Il motivo per cui la discesa dell’inquinamento tradizionale crea idroperossidi
A onor del vero e a difesa dell’importanza dei risultati raggiunti nel ripulire l’aria delle città sarebbe più corretto dire che l’inquinamento da idroperossidi non è dovuto al calo dell’inquinamento, ma alla diversa efficacia con cui siamo riusciti ad abbattere i livelli dei due inquinanti principali dell’aria delle città.



Negli anni ’70 città come quella in foto (Los Angeles nel 1973) erano immerse in una nube di smog composta soprattutto da monossido di azoto e idrocarburi. Gli sforzi per ripulire l’aria ci hanno portato ad abbattere drasticamente il monossido di azoto che veniva prodotto soprattutto dai vecchi motori diesel e da impianti che bruciavano carbone produrre energia, purtroppo siamo stati meno bravi nell’abbattere il livello di idrocarburi che sono prodotti da innumerevoli attività e perfino, in certa misura, dagli alberi.
Gli idrocarburi quando il monossido di azoto abbonda reagiscono chimicamente con questo, gli autori dello studio hanno scoperto che in mancanza hanno iniziato a reagire con se stessi e con l’ossigeno creando composti organici chiamati idroperossidi.
Neanche a dirlo la chimica è abbastanza complessa, infatti gli idroperossidi si formano anche su aree non popolate, dove i livelli di monossido di azoto sono quasi a zero, quando gli idrocarburi che vengono rilasciati naturalmente dagli alberi reagiscono con la luce solare. Quello osservato dai ricercatori però è un processo chimico diverso che si innesca quando il monossido di azoto in città diventa un po’ più basso (ma sempre più alto rispetto alle zone non popolate) e le grandi quantità di idrocarburi non trovando  più molecole di monossido di azoto con cui reagire vanno incontro a un processo chiamato autossidazione in fase gassosa.




Rischi per la salute. Dobbiamo investigarli, dicono gli autori, non sappiamo la formazione di idroperossidi su aree molto popolate che impatto possa avere sulla salute pubblica, ma questi composti formano particolati e sappiamo che di solito respirarli tende a non essere buona cosa.
Inoltre abbiamo osservato processi di autossidazione in fase gassosa in altri contesti, per esempio in cosmetici andati a male in cui la formazione di idroperossidi provoca irritazioni della pelle. Gli scienziati pensavano che nell’atmosfera non potesse accadere, la ricerca di Wennberg e Kjaergaard dimostra il contrario.

Roberto Todini

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