Inquinamento dell’aria: Bergamo e Brescia prime in Europa per morti

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Secondo una ricerca svizzero-olandese, Bergamo e Brescia presentano il numero più alto di morti per inquinamento dell’aria in Europa.

Il particolato fine, una minaccia per la Lombardia

I ricercatori del Global Healt Institute di Barcellona, dell’Università di Utrecht e del Tropical and Public Health Institute con sede in Svizzera hanno condotto uno studio che pone ancora una volta sotto gli occhi di tutti dei numeri preoccupanti. Infatti, i risultati disegnano la Pianura Padana come il territorio europeo con il tasso di mortalità più elevato per inquinamento dell’aria con particolato fine (PM 2.5).

La ricerca è stata pubblicata su The Lancet Planetary Health e ha spinto molti ad accusare l’efficienza delle misure di limitazione che la Regione Lombardia attua puntualmente ogni anno  per migliorare la qualità dell’aria.

I dati

I dati evidenziano un numero, quello delle persone che non sarebbero decedute, se fossero stati osservati i limiti minimi di purezza dell’aria. Un numero che parla, anzi rimprovera il mancato rispetto delle norme sull’inquinamento dell’aria, imposte dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità); le stesse che fino a qualche anno fa erano elegantemente ignorate. Un numero che arriva dal passato e al suo interno racchiude persone, o meglio vittime, dunque dovrebbe servire per farci riflettere, o meglio agire.

Il primato di Brescia

La sola città di Bergamo avrebbe potuto evitare la morte di 137 persone per particolato fine (PM 2,5). Tale termine indica una sostanza alla quale di consueto si fa riferimento con l’espressione “polveri sottili”. Si tratta dell’insieme di piccole particelle presenti nell’aria formatosi dalla combustione di combustibili fossili, riscaldamenti domestici, impianti industriali, inceneritori e centrali elettriche. Si considerano anche le combustioni derivanti dalle lavorazioni agricole e dall’usura dei manti stradali, dei freni e delle gomme delle vetture. 

Tra le prime dieci presenti anche Vicenza (quarta) e Saronno (ottava). Brescia occupa il primo posto di questa speciale quanto triste classifica, con 232 morti evitabili.  Lo stesso studio ha calcolato anche le morti da inquinamento per biossido di azoto (No2), all’interno del quale Madrid occupa la prima posizione. A livello europeo i risultati mostrano che potrebbero essere evitate ogni anno ben 51mila morti premature da particolato fine e 900 da biossido di azoto.

La reazione dei comuni di Bergamo e Brescia

Molte città hanno ritenuto doveroso fornire delle precisazioni per garantire la percezione completa di questo studio. Tra questi, i comuni di Brescia e di Bergamo, in prima linea a sottolineare il loro disappunto riguardo l’origine dei dati che sarebbero risalenti a cinque anni fa. 

Inoltre, i comuni hanno rivendicato il miglioramento della qualità dell’aria negli anni più recenti, monitorato dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. A provarlo, anche un articolo scritto lo scorso anno dal quotidiano L’Eco di Bergamo, che evidenziava una certezza: il 2019 è stato l’anno migliore di sempre per la qualità dell’aria.

Ciò non esclude l’esigenza di una strategia integrata su larga scala e multisettoriale da adottare sull’intero bacino padano, alla quale Regioni e Governo starebbero già lavorando.

Lorenzo Messina

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