L’inquinamento acustico degli oceani è una minaccia da non sottovalutare

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Di inquinamento acustico si parla spesso in relazione al nostro habitat terreste, ma difficilmente un non specialista penserebbe al tema dell’inquinamento acustico degli oceani.
Dall’Università della California – Santa Barbara è arrivata notizia della pubblicazione di uno studio su Science che indaga l’effetto sugli animali e sull’ecosistema marino in genere dei suoni prodotti dall’uomo. Il titolo è abbastanza esplicativo: The soundscape of the Anthropocene ocean (Il paesaggio sonoro dell’oceano nell’Antropocene), l’Antropocene è l’era che stiamo vivendo caratterizzata dalla capacità dell’uomo di influire in maniera decisiva sull’ambiente che lo circonda.
Il primo autore della ricerca è il prof. Carlos M. Duarte della King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) una università saudita, tra i co-autori figura Ben Halpern il direttore del National Center for Ecological Analysis and Synthesis presso la suddetta Università californiana,
Le conclusioni dello studio sono che l’inquinamento acustico degli oceani disturba il comportamento, la fisiologia, la riproduzione e in casi estremi provoca la mortalità direttamente delle creature marine.



Tutte le principali attività umane che si svolgono nei mari contribuiscono a questo inquinamento del paesaggio sonoro: la pesca, la semplice navigazione e la costruzione di infrastrutture.
Queste attività non solo rendono l’ambiente marino più rumoroso ma sovrastano e soppiantano i suoni della natura con quelli generati dall’uomo, esattamente come è successo in tanti ambienti sulla terraferma.
Questi effetti si sommano a quelli dell’inquinamento che ha degradato ambienti come la barriera corallina, questa è diventata quindi molto più silenziosa togliendo un punto di riferimento essenziale per creature come le larve di pesce che vanno alla deriva e venivano guidate da questa “chiamata da casa” a trovare l’habitat dove stabilirsi.
Un fatto fisico che molti ignorano è che il suono nell’acqua viaggia a lungo e più velocemente che nell’aria, molte creature marine si orientano tramite il suono (del resto di visibilità ce n’è poca o nessuna appena ci si allontana dalla superficie) eppure quando si parla delle linee guida per ristabilire la salute degli oceani l’inquinamento acustico viene trascurato.

Roberto Todini

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