Le recenti inondazioni che hanno colpito il Kenya nelle ultime settimane hanno causato una devastazione senza precedenti, con un bilancio tragico di almeno 228 morti, 200.000 civili senza un tetto nelle ultime 72 ore e più di 54 milioni di persone senza la luce. Questo disastro naturale ha iniziato a manifestarsi alla fine di aprile, quando le intense piogge hanno scatenato inondazioni in Kenya che hanno colpito pesantemente diverse regioni del paese, compresa la capitale Nairobi, con una popolazione di oltre 4 milioni di persone.
Ieri il paese ha ufficialmente dichiarato il bilancio delle vittime, in continuo aumento, ma sopratutto che non si riesce ad intravedere la luce in fondo al tunnel. Le inondazioni in Kenya sono senza fine e con esse anche i gravi danni: persone disperse, scuole e ospedali distrutti, civili senza un’abitazione.
Impatto delle inondazioni in Kenya
Le conseguenze delle inondazioni in Kenya sono state disastrose, con intere comunità sommerse dalle acque torrenziali. Le principali autostrade sono state allagate, rendendo estremamente difficile per i cittadini muoversi e lasciare le aree colpite. Oltre 200.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie case, mentre 72 sono ancora disperse, aumentando il bilancio umano di questa tragedia. Uno degli incidenti più tragici è stato quello del crollo di una diga nella Rift Valley, a nord di Nairobi, che ha causato – come ha dichiarato il Ministro degli Interni – circa 60 morti.
Le inondazioni in Kenya sono diventate sempre più frequenti e violente la scorsa settimana; domenica scorsa invece, il fiume Nyando, che si trova nella regione del Lago Vittoria, ha completamente devastato gli argini e ha inghiottito una centrale di polizia, una scuola e un ospedale nella contea di Kisumu. Anche l’autostrada Kisumu-Nairobi è stata interrotta, causando gravi disagi nel trasporto pubblico.
Criticità e mancanza di aiuti
Nonostante l’escalation della crisi e il crescente numero di vittime e sfollati, molti residenti hanno lamentato la mancanza di interventi da parte del governo. Le operazioni di ricerca e soccorso sono state criticate per la loro inefficacia, mentre la popolazione rimaneva abbandonata nelle aree colpite. La polizia locale ha infatti dichiarato solamente che la situazione non andrà migliorando, senza menzionare però notizie riguardo ai morti o ai dispersi. La mancanza di assistenza immediata ha peggiorato ulteriormente la situazione, lasciando molte persone senza cibo, acqua potabile e rifugi adeguati.
Le critiche sono arrivate anche dai partiti kenioti di opposizione, che hanno accusato il governo di non essersi preparato sufficientemente a questa catastrofe climatica – che, seppur in parte, era prevista in arrivo. Inoltre, una grave negligenza è anche quella nei confronti della protezione dell’ambiente, che per un lungo periodo è stato sottoposto a temperature di siccità.
Le inondazioni in Kenya, che hanno colpito anche la Tanzania, sono causate dal fenomeno metereologico de El Nino, che, oltre alle regioni dell’Africa Centrale, sta causando forti disagi anche in America Latina. Il portavoce del governo keniano Isaac Mwaura ha parlato di “una situazione seria che non si deve prendere alla leggera”.
Blackout nazionale e ulteriori disagi oltre alle inondazioni in Kenya
A complicare ulteriormente la situazione, il ciclone Hidaya ha colpito il Kenya, causando un blackout nazionale senza precedenti. Più di 54 milioni di persone si sono trovate senza elettricità a causa delle piogge torrenziali, creando ulteriori difficoltà nelle operazioni di soccorso e nell’erogazione di aiuti. Questo ha reso ancora più difficile per le autorità gestire l’emergenza e fornire assistenza alle persone colpite.
D’altro canto però, le autorità della Tanzania hanno affermato che lo stesso ciclone tropicale è in via di diminuzione: dopo essersi abbattuto su alcune delle isolette circostanti, “ha perso completamente la sua forza”, come ha dichiarato l’Autorità Meteorologica tanzana. Nonostante ciò, anche la Tanzania è uno degli stati più colpiti da queste recenti calamità climatiche, con quasi 200 morti dall’inizio di aprile.
Sforzi di soccorso e tanta rabbia
Nonostante le sfide, gli sforzi di soccorso sono in corso per fornire assistenza alle persone colpite dalle inondazioni. Dopo le inondazioni in Kenya di ieri, la situazione rimane critica e il paese dovrà affrontare una lunga fase di ripresa e ricostruzione per superare questa tragedia senza precedenti. È fondamentale che il governo e la comunità internazionale collaborino per garantire il sostegno necessario alle vittime e per mitigare i rischi futuri legati alle calamità causate dal cambiamento climatico.
Intanto, il governo continua a esortare la popolazione all’evacuazione per la sicurezza di tutte le aree a rischio inondazioni – come le zone vicine ai fiumi e alle dighe, ormai di facile straripamento. Si teme inoltre, come ha dichiarato il Presidente Mwaura, la trasmissione di malattie con l’acqua: sono stati segnalati infatti alcuni casi di colera e di diarree.
Mentre il governo keniota viene accusato di negligenza e totale inutilità nell’affrontare una crisi senza precedenti, la Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa hanno dichiarato su X che tutte le inondazioni in Kenya stanno provocando una crisi umanitaria sempre più ampia.
Lucrezia Agliani