Ma chi l’ha detto che, per far imparare l’inglese ai nostri figli, dobbiamo per forza iscriverli a dei corsi costosissimi?
Dopo una mattinata a scuola, dopo 8 ore sui banchi, è giusto costringerli ad andare di nuovo a lezione d’inglese?
Tuttavia la società attuale, il mondo del lavoro sempre più globalizzato rendono necessario che i nostri ragazzi arrivino al diploma, alla laurea con un bagaglio culturale e linguistico elevato. Una volta sapere l’inglese era una competenza aggiuntiva, un titolo preferenziale. Oggigiorno è obbligatorio, indispensabile, l’optional il è saperne una seconda, o addirittura una terza.
Ecco allora che Letizia Quaranta, mamma blogger poliglotta, nel suo blog bilinguepergioco ci illustra un approccio fondato sul gioco. Vengono dati consigli pratici per crescere il proprio figlio bilingue, anche se i genitori non lo sono.
L’età del bambino non è fondamentale, si può iniziare in ogni momento. L’importante è cominciare, esserne convinti, ed essere costanti. Imparare una lingua è un processo lungo e lento, e i risultati non si vedono nell’immediato.
Il segreto sta nel trovare una routine, uno schema che vada ripetuto nella quotidianità, e che sia il più consono e meno stressante per la propria vita famigliare. Tre sono i punti principali di cui parla Letizia Quaranta nel suo blog:
Una Persona Una Lingua (One Person One Language, OPOL):
Si decide che uno dei due genitori parli esclusivamente in inglese al proprio figlio, in ogni momento della sua giornata e l’altro genitore parlerà in italiano. Generalmente questa situazione è naturale per un genitore madrelingua. In realtà va bene per chiunque si senta a suo agio con la seconda lingua. Se entrambi conoscono la lingua si sceglierà il genitore che sta di più col bambino, perché più si è esposti alla lingua e meglio è.
Lingua Minoritaria a Casa (Minority Language At Home, MLAH):
Questo caso è il più complesso. Richiede che tutta la famiglia parli solo nella seconda lingua, per esempio in inglese, o in francese e mai in italiano. Il bambino potrebbe però essere più lento nella lingua principale, almeno fino all’età scolare.
Time and place:
In questa situazione la seconda lingua viene usata in posti e circostanze particolari. Si può scegliere di fare alcune attività che piacciono al bambino sempre e solo in inglese: leggere un favola ogni sera, cucinare insieme, vedere il DVD preferito. Deve essere un appuntamento fisso sempre e solo nella seconda lingua. L’ importante è trovare dei momenti fissi nella giornata destinati all’inglese, anche solo 20 minuti ma in modo sistematico.
Anche i tablet sono un validissimo strumento per imparare l’inglese, grazie alle numerose app dedicate all’apprendimento delle lingue, sia grandi che piccini possono divertirsi insieme.
E allora non vi resta che scaricare qualche app e cominciare questa nuova avventura!
Marta Brusoni