Ingerenze politiche in Rai: a rischio libertà e pluralismo

Cambio ai vertici Rai: dimissioni di Fuortes e l’addio di Fazio. Libertà di espressione a rischio? giornaliste Rai

L’indipendenza del servizio pubblico Rai è a rischio. Così dichiara l’UE, che avverte l’Italia dei rischi di ingerenze politiche e finanziarie

Le ingerenze politiche dei vari partiti nella Rai e la sua dipendenza economica dal governo sono temi di discussione aperti, ormai, anni fa. Ma senza mai giungere a una conclusione.

Il cambio di governo e le conseguenti modifiche al volto dell’emittente pubblica, hanno portato a un’interrogazione parlamentare di 15 eurodeputati (tra cui 10 membri del Pd).
In risposta, il commissario Ue per il Mercato unico, Thierry Breton, ha dichiarato che: “la Commissione europea è consapevole dei rischi di interferenza politica che incidono sull’indipendenza dei media del servizio pubblico in Italia“.

Ingerenze politiche in Rai: il servizio pubblico oggi

Ad attirare l’attenzione degli eurodeputati sono state le varie dimissioni e sospensioni avvenute, in modo poco trasparente, all’interno della Rai.
Lo scorso maggio, l’amministratore delegato Carlo Fuortes ha dato le dimissioni lasciando una lettera molto critica.

Da decenni lavoro nell’amministrazione pubblica, e ho sempre agito nell’interesse delle istituzioni che ho guidato, privilegiando il beneficio generale della collettività rispetto a convenienze di parte.

 

Dall’inizio del 2023, sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona, si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il Servizio pubblico. Allo stesso tempo, ho registrato all’interno del Consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell’atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato. Ciò minaccia di fatto di paralizzarla, con il rischio di rendere impossibile affrontare le grandi sfide del futuro.

 

Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell’operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell’etica di un’azienda pubblica.
Prendo dunque atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro di amministratore delegato.

In seguito, c’è stata l’uscita di Fabio Fazio, che da circa 40 anni conduceva, insieme a Luciana Littizzetto, il talk “Che tempo che fa“.
Poi ci sono state le dimissioni della giornalista Lucia Annunziata che, come Fuortes, ha dichiarato di non condividere più l’operato dell’emittente.



Arrivo alle dimissioni perché non condivido nulla dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi.
In particolare, non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai. Riconoscere questa distanza è da parte mia un atto di serietà nei confronti dell’azienda che vi apprestate a governare. Non ci sono le condizioni per una collaborazione dunque

Infine, è stato sospeso il nuovo programma di Roberto Saviano, “Insider: faccia a faccia con il crimine” che sarebbe dovuto andare in onda a novembre.

Tutto ciò, ha portato i 15 eurodeputati a presentare un’interrogazione, intitolata “Ingerenze nei fornitori di media di servizio pubblico in Italia“, all’UE.
Il gruppo ha chiesto a Bruxelles di valutare “l’impatto che i cambiamenti nel gruppo dirigente della Rai hanno avuto sulla libertà dei media in Italia“; e quali misure l’esecutivo europeo intenda adottare per garantire la protezione del servizio pubblico da ingerenze politiche ed economiche.

Il pluralismo dei media, in Italia, necessita protezione

Di influenze politiche e dipendenza finanziaria nei confronti del governo, per quanto riguarda la Rai, l’UE aveva già parlato nella relazione sullo Stato di diritto 2022 e nell’Osservatorio del pluralismo dei media 2023.
In quei rapporti, l’Unione menzionava l’esigenza di una riforma che proteggesse l’indipendenza del servizio pubblico.
Ma, come rimprovera Breton nella risposta all’interrogazione, si è notata una grave “mancanza di sviluppi nel quadro normativo della Rai”.

La relazione sullo Stato di diritto 2023 relativa all’Italia rileva che occorre rafforzare la salvaguardia dell’indipendenza editoriale e finanziaria dei media. La relazione rileva, inoltre, che non si sono constatati sviluppi per quanto riguarda il quadro normativo che disciplina la governance e i sistemi di finanziamento della RAI, malgrado l’esigenza di una riforma

In passato, sono stati fatti diversi tentativi.
L’ultimo intervento per riformare la Rai e “tirarne fuori i partiti ” fu quello del governo Renzi nel 2015, ma si concluse in un nulla di fatto.

Ingerenze politiche in Rai: la proposta di legge UE

Nella sua lettera, Thierry Breton ha menzionato la proposta della Commissione UE per una legge europea relativa alla libertà dei media, adottata il 16 settembre 2022 e attualmente oggetto di negoziati legislativi.

I media indipendenti, in particolare se mezzi di informazione, permettono a cittadini e imprese di accedere a una pluralità di opinioni e sono fonti di informazione affidabili.

Contribuiscono a plasmare l’opinione pubblica e aiutano le persone e le imprese a elaborare pareri e a compiere scelte informate.
Svolgono un ruolo cruciale nel preservare l’integrità dello spazio europeo dell’informazione e sono essenziali per il funzionamento delle nostre società democratiche e delle nostre economie

L’UE propone una serie di norme “volte a rafforzare il funzionamento indipendente dei media di servizio pubblico, impedendone la politicizzazione e garantendo lo svolgimento della loro missione“.

La proposta prevede, in particolare:

Oltre a ciò, Pd e Avs hanno presentato due testi per affidare la gestione della Rai a una Fondazione indipendente.

Giulia Calvani

 

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