A La Spezia un incidente durante l’alternanza scuola-lavoro crea nuovi dubbi sulla L.107, ossia la “Buona Scuola”.
Un ragazzo di 17 anni, iscritto alla classe IV indirizzo meccanici dell’istituto professionale ‘Capellini-Sauro’ è rimasto schiacciato sotto un carrello elevatore. Lo studente stava svolgendo l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro presso una ditta specializzata nella revisione e riparazione di motori nautici e industriali.
Per qualche ragione ancora ignota, lo studente era da solo, mentre per legge doveva essere seguito da un tutor, ed è salito a bordo di un muletto. Poco dopo averlo messo in moto, si è ribaltato nel piazzate dell’azienda e ha schiacciato la gamba del ragazzo, provocandogli una frattura composta alla tibia.
Avvertiti dalle urla del ragazzo, sono accorsi sul luogo i dipendenti della ditta che lo hanno estratto dal mezzo e hanno chiamato i soccorsi.
Trasportato in ospedale, i tecnici dell’Asl spezzina hanno classifico l’incidente come grave. Lo studente è stato ricoverato e sottoposto a un delicato intervento chirurgico per la frattura scomposta della tibia. La prognosi è di 40 giorni, ma sarebbe potuta essere più grave senza l’intervento tempestivo dei dipendenti.
Il diciassettenne ha dovuto interrompere l’alternanza scuola-lavoro e perderà dei giorni di scuola per guarire.
Come è potuto succedere?
La domanda che sorge spontanea è come sia potuto accadere questo incidente. Il ragazzo non soltanto non sarebbe dovuto essere solo, ma non avrebbe nemmeno dovuto salire su un muletto, per la cui guida è necessario un patentino. Il mezzo potrebbe essersi ribaltato proprio per una manovra azzardata. Sulla vicenda stanno indagando i tecnici dell’ufficio prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro dell’Asl.
Le reazioni
La Sinistra Italiana con l’onorevole Giovanni Paglia, della segreteria nazionale ha commentato così l’incidente:
Secondo il Miur “lo studente in alternanza non è mai un lavoratore”. E allora cosa ci faceva da solo su un muletto il ragazzo di 17 anni che ieri alla Spezia si è spezzato una gamba durante lo stage, perché il mezzo si è rovesciato addosso a lui?
Ora quel ragazzo, che ha rischiato la vita perderà almeno 40 giorni di scuola, perché la scuola l’ha obbligato ad un lavoro gratuito per cui non era preparato.
La follia mi sembra chiara.
Critiche aspre arrivano anche da Giovani Comunisti/e La Spezia:
Ci troviamo di fronte all’ennesimo esempio di totale malfunzionamento di un progetto, quello introdotto dalla L. 107 meglio nota come “Buona Scuola”, che certifica l’autentico disastro di questa trovata spacciata per “riforma”.
Sorvolando qui sull’assurdità di uno strumento che manda gli studenti a lavorare gratuitamente in pieno sfruttamento nell’ultimo triennio delle scuole superiori (per 200 ore nei licei e per 400 ore nei tecnici e nei professionali), svuotando di senso e della sua funzione la scuola e il diritto allo studio reale, è palese la totale insufficienza dei controlli che vengono effettuati sul reale funzionamento di questo “progetto”.
La richiesta è quindi l’abolizione dell’alternanza scuola-lavoro.
Le critiche all’alternanza scuola-lavoro
Di certo non sono le prime critiche alla riforma introdotta da Renzi. Qualche mese fa l’unione degli studenti della Puglia aveva denunciato l’alternanza scuola-lavoro come una possibilità da parte delle aziende di sfruttare gratuitamente gli studenti. Un’opportunità per mandarli a distribuire volantini, a catalogare locandine di film oppure mette in ordine i libri della biblioteca. Qualcuno addirittura ha dovuto lavare i gabinetti. In pratica non acquisivano nessuna competenza. Ovviamente esistono anche casi in cui l’alternanza è risultata utile.
Lo sciopero del 13 ottobre
Per il 13 ottobre l’unione degli studenti ha indetto uno “sciopero alla rovescia“: non andare a fare alternanza per incontrarsi nella piazze e parlare con studenti, genitori e operatori, ossia un incontro di formazione. Perché “Non è più il tempo di subire, di considerare “normale” che un ragazzo/a vada a spostare sedie a sdraio per 8 ore sotto il sole“. La richiesta è quella di “uno statuto della studentesse e degli studenti in alternanza scuola-lavoro che garantisca la gratuità e la qualità dei percorsi“.
Camilla Gaggero