Oggi si è tenuta l’informativa in Senato della ministra Santanchè riguardo alle accuse che le sono state mosse nella conduzione delle sue aziende Visibilia e i colossi del biologico Ki Group e Bioera. Le accuse sono molteplici: dai fornitori non pagati ai bilanci in rosso e non trasparenti, fino ad arrivare al Tfr non liquidato agli ex dipendenti e al debito di quasi 3 milioni di euro con lo Stato. Emerge dalle inchieste che, mentre le imprese crollavano, Daniela Santanché si assegnava compensi e benefit attraverso operazioni illecite.
Le accuse di Report e Fatto Quotidiano
Oggi alle 15 si è tenuta l’informativa in senato della ministra Santanchè. Ecco le accuse a cui è stata chiamata a rispondere:
- Mancata restituzione allo Stato di un prestito Covid di ben 2,7 milioni di euro percepito durante la pandemia dal gruppo Visibillia.
- Falso in bilancio e bancarotta per l’azienda Visibilia.
- Liquidazioni non percepite dai dipendenti e fornitori non pagati.
- Mancata comunicazione della messa in cassa integrazione di una dipendente, che ha continuato a lavorare per la Santanchè, pur percependo esclusivamente i soldi dell’INPS, un caso di truffa ai danni dello Stato.
- Finanziamenti di provenienza dubbia per Bioera, Ki Group e Visibilia, che hanno ricevuto soldi dall’ entità finanziaria anonima Negma, un fondo con sede a Dubai e registrato nelle Isole Vergini Britanniche per un capitale di soli 1.000 euro.
- Accreditamento sul bilancio di Visibilia Editore Spa. di una Maserati da ben 77mila euro e di un appartamento-ufficio che aveva affittato per uso personale in via della Rotonda a Roma.
- Assegnazione, senza gara d’appalto, della campagna promozionale del ministero del turismo “Open to Meraviglia” all’azienda Visibilia (un’operazione dal carattere mafioso che fa emergere un chiaro conflitto di interessi tra il ruolo di imprenditrice e quello di ministra).
Informativa in Senato della Santanchè
Il tono generale dell’intervento di Santanchè in Senato è quello del consueto vittimismo della destra, unito alla nauseabonda retorica dell’imprenditrice che si è fatta da sola: «I pretesi scandali delle ultime settimane sono il maldestro tentativo di impedire alle mie imprese di portare a termine la ristrutturazione in corso, con i mezzi a disposizione di tutte le imprese. Vi assicuro che il mio progetto di ristrutturazione è molto più virtuoso di molte aziende nelle stesse condizioni. Nessun favoritismo, per il mio essere in politica. Sono percepita come un simbolo di ciò che non piace alla sinistra, ma ciò non può permettere che io sia privata dei diritti che spettano a tutti», afferma la ministra nei primi minuti dell’intervento.
Successivamente, procede distanziandosi dalla questione dei Tfr non pagati ai dipendenti, sostenendo che «i Tfr ancora da corrispondere ai dipendenti erano per quelli fuoriusciti nel 2023», quando lei era già uscita dal gruppo, anche se nell’inchiesta di Report i dipendenti in questione affermano il contrario.
Per quanto riguarda la vicenda dei finanziamenti di provenienza ignota per il gruppo Visibilia la ministra rimane vaga, affermando solo che «La società quotata nella fase di ristrutturazione ha fatto ricorso a prestiti perfettamente legittimi, in linea con le direttive di Borsa Italiana e di Consob. Da settimane però si insinua che dietro il fondo in questione ci siano presenze ignote. A me è ignota la fonte di questa insinuazione».
Parlano dello scandalo della mancata comunicazione della messa in cassa integrazione di una dipendente, Daniela Santanchè ha affermato che le dichiarazioni di suddetta dipendente sarebbero da considerarsi mendaci e che nel periodo in cui si trovava in cassa integrazione la dipendente non aveva affatto lavorato, aggiungendo che comunque «il gruppo (Visibilia) ha preferito sanare la posizione, considerando la lavoratrice in servizio per tutto il periodo, molto prima della vicenda mediatica di cui oggi parliamo».
L’informativa in Senato si è conclusa con un ultimo slancio di vittimismo della Santanchè nei confronti dei giornalisti che hanno realizzato le inchieste dalle quali sono emerse le accuse a suo carico: «Gli organi giudiziari italiani funzionano bene, al di là dei tempi lunghi. Alla fine sarà solo quella la verità. Coloro che oggi parlano e scrivono pagine intere, però, non la faranno sapere a nessuno».
Le reazioni delle opposizioni
Durissime le reazioni delle opposizioni. Già nei giorni precedenti Schlein aveva affermato: «Non ci può essere una ministra che ha un debito per lo stato di quasi tre milioni. Sono fatti per cui altri ministri in Italia e in Europa si sarebbero già dimessi». Oggi il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione di sfiducia contro la Santanchè e in aula è partito il coro “dimissioni”.
Virginia Miranda