Informatica e automobili: qui si esagera

Informatica e auto, binomio oramai imprescindibile. E’ fresca di questa settimana la notizia che la Fca ha siglato un accordo con Google per lo sviluppo della cosiddetta Google Car, la vettura a guida autonoma antagonista della Apple Car, in via di sviluppo dalle parti di Cupertino , ed è ancora più fresca la notizia di un’accordo di collaborazione tra Land Rover (leggi: gruppo Tata) e Bullit (che fino ad oggi credevo fosse solo il film con Steve  Mc Queen noto per il celeberrimo inseguimento tra una Ford Mustang ed una Dodge Charger) per lo sviluppo di una linea di smartphone col noto marchio inglese. Tali tristi notizie mettono in risalto un interrogativo che tutto sommato non è così illegittimo: e la meccanica? Oramai è riservata alle auto d’epoca e a qualche supercar?

Una delle tante ipotesi della Apple Car (Google)
Una delle tante ipotesi della Apple Car (Google)

Oramai gli articoli di anteprima delle più note riviste e siti internet parlano solo degli sviluppi della guida autonoma, della più incessante integrazione tra informatica e tecnologia con connessioni internet a bordo auto, sistemi automatizzati per parcheggiare, tenere sotto controllo chi precede, aiutare chi guida dopo aver bevuto 200 litri di birra e che magari la notte prima l’ha passata in bianco, navigatori sempre più sofisticati, parabrezza che fanno il resoconto dei parametri di guida, etc etc etc… Considerazioni comportamentali a parte (per la serie fateve una bella dormita ed evitate di esagerare), effettivamente tutti questi sistemi hanno la loro utilità, per carità. Ma cosa c’entrano con la passione per la meccanica, i motori, le prestazioni? Perchè aziende che nulla c’entrano con l’automobile come Google, Apple e compagnia bella, debbano oramai occupare una fetta consistente degli articoli a tema automobile? Davvero è diventata così poco importante la ricerca e lo sviluppo di nuovi tipi di alimentazione, sovralimentazione, freni, sospensioni e compagnia bella rispetto all’integrazione tra informatica ed automotive?

E’ vero, il petrolio sta finendo e, con buona pace dei petrolieri, i motori elettrici devono svilupparsi e con essi il relativo sviluppo tecnologico in termine di batterie che garantiscano un’adeguata autonomia e sistemi informatici di controllo e gestione, e tutto sommato ciò è considerabile alla stregua dello sviluppo meccanico, perchè sostanzialmente di questo si tratta. Ma quando in un inserto dedicato al futuro di una notissima testata tutta la parte dedicata al futuro è riempita solo di “sedili contromano così che gli occupanti possano risalassarsi guardando un film”, “parabrezza sostituito da schermi led”, “possibilità di dormire mentre la tua auto ti porta a destinazione” qualcosa non quadra. A parte che da decenni questo si può fare, pagando un autista, ma non se lo pongono il problema che, a parte una minoranza che vede l’auto come mero mezzo di trasporto, la maggior parte la considera una filosofia, e quindi pretenda tutte le classiche sensazioni legate allo stare in un abitacolo, e che quindi vogliano leggere articoli annessi a ciò, e sperare che questo aspetto non venga messo in secondo piano?

Negli ultimi 20 anni l’informatica si è sviluppata in maniera tale da rivoluzionare vita e costumi della popolazione, e tale sviluppo si è propagato in ogni settore, automobile compresa. E, finchè ci si limita ad ausili per rendere la guida più sicura va bene. Ma, ecco, aiuto alla guida, non guida vera e propria. Altrimenti che senso avrà l’automobile un giorno? Non varrà allora la pena di sviluppare il trasporto pubblico ed abolire definitivamente quello privato, visto che la differenza sarebbe assai sottile, visto che in ogni caso ci si farebbe trasportare da qualcuno, sia esso essere umano o macchina? Se si analizza la linea, e le tendenze stilistiche del futuro ci si accorge che il concetto stesso di automobile e le sue proporzioni sono destinate ad essere del tutto stravolte, sia a causa del motore elettrico, che occupa molto meno spazio di uno termico, che dell’assenza o profonda modifica di molti organi di guida, come lo sterzo, oramai superfluo.

Ok, mi si potrà rispondere “non rompere i cabbasisi, tieniti le tue auto d’epoca e lasciateci sviluppare il robot da cucina che fa il frullato mentre ti trovi sull’Autosole comodamente sdraiato mentre l’ipertecnologica Apple Car ti trasferisce da Milano a Vietri“, ma credo che, tutto sommato, non sia l’ultimo romantico che vede le quattro ruote in una certa, forse obsoleta maniera e che quindi faccia le mie rimostranze. Almeno fino a quando un generoso magnate non mi paghi lo sviluppo di una testata giornalistica ad hoc, che probabilmente il mese successivo sarebbe costretta a chiudere per le pressioni da parte delle major.

 

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