Il sindaco di Bari Antonio Decaro ha annunciato che il ministro dell’Interno Piantedosi ha nominato una commissione incaricata di indagare sulle infiltrazioni mafiose a Bari e vagliare l’ipotesi dello scioglimento del Comune. Decaro ha accusato il governo di agire mosso da obiettivi prettamente politici, mentre il Viminale difende la legittimità dell’atto.
Si indaga su infiltrazioni mafiose a Bari
Tramite un post pubblicato sul suo profilo Facebook, il sindaco di Bari Antonio Decaro ha comunicato che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha nominato una commissione di accesso agli atti con l’intento di vagliare l’ipotesi dello scioglimento del capoluogo pugliese facendo seguito alle indagini riguardanti infiltrazioni mafiose a Bari che, nel febbraio del 2024, hanno portato all’arresto di oltre 100 individui.
Al centro della questione vi sono le elezioni comunali del 26 maggio 2019 vinte dal candidato del Partito Democratico Antonio Decaro. In quell’occasione, secondo quanto emerso dalle indagini, il clan mafioso Parisi-Palermiti avrebbe esercitato influenza sui risultati delle elezioni. Le indagini svolte dalla Direzione Distrettuale Antimafia ipotizzavano uno stretto legame tra mafia e politica a Bari e l’avvenimento di un voto di scambio nell’ambito delle elezioni incriminate.
Le indagini si sono concretizzate nell’operazione Codice Interno: nel febbraio scorso, un blitz messo in atto da circa mille agenti di polizia ha portato ad oltre 130 arresti nel capoluogo pugliese. Proprio in occasione di questa operazione sono stati arrestati anche l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e la moglie Maria Carmen Lorusso, accusata dagli inquirenti di aver ottenuto i voti necessari per divenire consigliere comunale di Bari rivolgendosi ad individui legati al clan Parisi-Palermiti.
La reazione di Decaro
Il sindaco del capoluogo pugliese Antonio Decaro ha percepito la decisione presa dal ministro Piantedosi come un vero e proprio attacco alla città di Bari. L’accusa che il sindaco di Bari ha rivolto sui social a Piantedosi è di aver agito su richiesta di alcuni parlamentari del centrodestra pugliese, che, secondo Decaro, sarebbero gli stessi che hanno portato in consiglio comunale Giacomo Olivieri e Maria Carmen Lorusso, arrestati per voto di scambio.
Secondo Antonio Decaro, l’ipotesi di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose a Bari è assolutamente inaccettabile, e il sindaco si è dichiarato determinato a combattere fino all’ultimo l’iniziativa del ministro Piantedosi che, secondo il suo punto di vista, è finalizzata ad infangare la reputazione di un’intera città e della sua amministrazione comunale. Anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha definito le modalità d’azione di Piantedosi gravi e guidate da obiettivi politici.
Secondo quanto riporta Decaro sul suo profilo Facebook, le illazioni che vorrebbero l’amministrazione comunale penetrata da infiltrazioni mafiose a Bari sono totalmente infondate. Infatti, il Procuratore distrettuale antimafia avrebbe dichiarato che l’amministrazione comunale del capoluogo pugliese è stata in grado di rispondere alle sfide poste dalla criminalità organizzata. Inoltre, lo scioglimento di un capoluogo di regione costituirebbe un evento senza precedenti, mai verificatosi in Italia prima d’ora.
Antonio Decaro, a sostegno della sua tesi, ha affermato di avere recentemente consegnato al Prefetto un dossier contenente informazioni sulle attività contro la criminalità organizzata svolte dall’amministrazione comunale di Bari negli ultimi anni. Il sindaco sostiene che la decisione di nominare una commissione per verificare eventuali infiltrazioni mafiose a Bari riveli come i fascicoli consegnati non siano stati effettivamente presi in considerazione, e come Piantedosi abbia agito spinto dalla pressione politica del centrodestra barese.
Le elezioni comunali a Bari
Dunque, secondo Antonio Decaro, la decisione del ministro Piantedosi di nominare una commissione d’accesso agli atti per verificare l’esistenza di infiltrazioni mafiose a Bari rappresenta un atto puramente politico, finalizzato a destabilizzare le formazioni di centrosinistra in vista delle imminenti elezioni comunali, che il centrodestra non vince dal 1999, quando era stato eletto sindaco di Bari Simeone di Cagno Abbrescia, di Forza Italia.
Dal punto di vista di Antonio Decaro, infatti, la decisione del ministro Piantedosi mette in serio pericolo lo svolgimento regolare e democratico delle imminenti elezioni comunali. Nelle elezioni previste per giugno del 2024, Decaro, in carica dal 2014, non potrà candidarsi e, secondo la sua ricostruzione, il centrodestra mirerebbe a ottenere la vittoria ricorrendo a metodi di questa natura.
Tuttavia, non è tardata ad arrivare la risposta del Viminale alle accuse di Antonio Decaro: il ministero dell’Interno ha dichiarato che le indagini che hanno portato agli arresti avvenuti lo scorso febbraio hanno reso necessario portare avanti degli accertamenti, e che la commissione d’accesso agli atti nominata non ha la finalità di sciogliere aprioristicamente il Comune, ma di verificare l’attività amministrativa svolta negli ultimi anni ed escludere l’ipotesi di infiltrazioni mafiose a Bari.