Industria 4.0: l’Italia cresce grazie al Piano nazionale

Industria

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Cos’è l’industria 4.0

L’espressione Industria 4.0, si collega alla cosiddetta ”quarta rivoluzione industriale”, la quale è resa possibile dalla disponibilità di sensori e di connessioni wireless a basso costo. Alla base di tutto ciò lo sviluppo dell’internet of things and machines, ovvero «un impiego sempre più pervasivo di dati e informazioni, di tecnologie computazionali e di analisi dei dati, di nuovi materiali, componenti e sistemi totalmente digitalizzati e connessi», come si legge sul sito del Ministero dello sviluppo economico. In sostanza 4.0 è internet, interconnessione continua, dialogo continuo fra produzione, distribuzione e clienti, massima personalizzazione di macchinari, componenti e prodotti.

Il Piano Industria 4.0

La fase di digitalizzazione ed automatizzazione del lavoro è in essere già tempo, senza, tuttavia, aver a lungo disposto del supporto di una adeguata regolamentazione. Sul fronte degli investimenti il nostro paese sta andando bene, anche perché gli imprenditori sembrano credere di più in queste tecnologie a causa del buon timing con cui è arrivato il Piano Industria 4.0, elaborato dal Ministro dello sviluppo economico Roberto Calienda e presentato alcuni mesi fa.

Il Piano prevede una serie di misure organiche e complementari in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e per la competitività ed è elaborato nell’ottica di restituire competitività al nostro paese. Infatti i principali paesi industrializzati si sono già attivati a supporto di settori industriali nazionali per cogliere le opportunità dell’industria  4.0. Il piano italiano, sviluppato sul triennio 2017-2020 avrà quattro direttrici strategiche: Investimenti innovativi, Infrastrutture abilitanti, Competenze e Ricerca, Awareness e Governance.

Il sistema punta su incentivi fiscali di natura automatica per gli investimenti in macchinali e beni strumentali. In questo modo si possono bypassare bandi, sportelli e vincoli dimensionali, settoriali e territoriali, come si legge sul documento di presentazione del Piano. Nello specifico, per chi investe in beni strumentali nuovi e in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi, sono concessi liperammortamento e il superammortamento. Il primo consiste in una supervalutazione del 250% degli investimenti in sistemi abilitanti la trasformazione in chiave 4.0, mentre il superammortamento supervaluta del 140% i medesimi investimenti. Altre misure sono i crediti di imposta per attività di sviluppo, le novità per gli investimenti in start up e PMI innovative ed ulteriori agevolazioni introdotte dalla legge di bilancio 2017.




A che punto siamo?

Come segnala Repubblica, l’ingente investimento, che supera i 14 miliardi di euro, potrebbe essere la chiave per dare slancio economico alla timida ripresa economica del nostro paese. Il piano Industria 4.0 è stato promosso dalla Commissione europea, la quale, nello Europe’s digital progress report, lo considera «fondamentale per la progressione dell’industria italiana nella catena globale del valore». Il braccio esecutivo dell’UE ha comunque voluto fare chiarezza sulle attuali mancanze del piano, riguardanti lo sviluppo dei poli di innovazione e dei competence center sul territorio. Questo poiché solo alcuni dei poli di innovazione digitali progettati sono operativi e i centri di competenza non saranno aperti prima della seconda metà dell’anno. Un punto delicato che emerge dal report riguarda il coinvolgimento nel piano delle piccole e medie imprese, le quali dovrebbero essere in grado di sfruttare le possibilità che l’industria 4.0 può offrire al paese, non esclusiva prerogativa dei grandi competitor.

I primi risultati, comunque, iniziano a vedersi. Secondo i dati Ucimu-Sistemi per produrre, gli ordinativi di macchine relativi all’indice interno nel primo semestre del 2017 sono cresciuti del 22,2%. Il confronto con il primo semestre del 2016 vede invece un aumento del 5,1% degli ordini, con raccolta ordini all’estero stazionaria, pari al 0.3% Il programma del governo è quindi arrivato nel momento giusto, agendo su un mercato ben predisposto all’investimento in tecnologia industria e sistemi di connettività.

 

 

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