Ieri la Corte Suprema indiana ha chiesto al governo di rivedere le rigide norme penali contro l’omosessualità. In India infatti sono ancora in vigore retaggi discriminatori impronta del colonialismo britannico di fine ‘800. Deve aver gioito, Manvendra Singh Gohil, principe indianoDeccan gay, che ha deciso di donare parte delle sue terre e di creare un’oasi-rifugio per i membri della comunità LGBT.
La favola del principe gay
Non tutte le favole hanno il lieto fine, e quella di Manvendra è una storia decisamente particolare. Come ultimo erede e primo gay di un’antica di un’antica dinastia di Maharaja è stato cresciuto nel mito della dinastia patriarcale di sangue blu. Acconsentì quindi, quando la sua famiglia organizzò per lui un matrimonio combinato con la principessa Chandrika Kumari. Secondo quanto da lui stesso dichiarato:
“Pensai che dopo il matrimonio tutto sarebbe andato bene, che con una moglie, avrei avuto dei figli e sarei diventato ‘normale’ e sarei stato in pace con me stesso. Lottavo e cercavo di essere ‘normale’. Non lo sapevo e nessuno mi disse che ero gay e la cosa di per sé è normale e non cambia. Che questo è ciò che viene definito omosessualità e che non è una malattia. Rimpiango tremendamente di aver rovinato la vita di Chandrika. Mi sento in colpa, ma in realtà non avrei saputo fare diversamente.
Dopo aver preso piena conoscenza del suo essere gay, il principe divorziò. Il coming out costò a Manvendra il disonore da parte della sua famiglia che lo diseredò.
La prima oasi-rifugio in India per LGBT
Il principe gay 11 anni fa creò la Lakshya Trust per i diritti LGBT, e in questi giorni ha aperto le porte della sua reggia a quanti cercano rifugio per motivi di discriminazione sessuale. E questa è solo il primo dei numerosi edifici che comporranno la sua oasi-rifugio. L’idea di uguaglianza di fronte alle leggi divine e umane è la stessa che ha ispirato la sentenza dei giudici.
“Il cittadino che esercita la propria scelta non dovrebbe mai sottostare a uno stato di paura. … I confini della legge non possono calpestare o limitare il diritto intrinseco dell’individuo ai sensi dell’articolo 21, il diritto alla vita e alla libertà. … Ciò che è naturale per uno, potrebbe non essere naturale per gli altri.”
Ahimé, non ovunque si trovano idee così all’avanguardia e persino pochi giorni fa, nella “moderna” Italia c’è stato tanto chiacchierare per i funerali religiosi di una coppia gay, uccisa dal monossido di carbonio.
L’oasi-rifugio creata dal principe è la terra promessa per gay e transgender indiani e non, infatti vi è già ospite una transex americana.
Una comunità che taglia fuori il “diverso”
“In India – ha detto il principe – siamo mentalmente condizionati dalla famiglia e dai genitori. Nel momento in cui cerchi di dichiarare quello che provi ti viene detto che verrai buttato fuori e che la società ti boicotterà. Diventi un emarginato sociale. E molte persone dipendono finanziariamente dai loro genitori.”
Secondo l’opinione di molti la sua oasi-rifugio ben presto sarà ampliata oltre i 7 ettari attuali. Diventerà come una stazione sperimentale dei limiti sociali di tolleranza. Bella mossa principe, che speriamo porti a sradicare vecchi e arcaici preconcetti verso il mondo degli omosessuali.
Lorena Bellano