Indagini su Equalize sui casi di spionaggio: la Procura di Milano arresta e sequestra una rete di hacker per furto di dati

L'inchiesta: "godono di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche della mafiosa e dei servizi segreti, pure stranieri."

Indagini su Equalize per furto di dati

Nuove informazioni emergono dal caso dello spionaggio: in particolare, i dossier evidenziano le indagini su Equalize, società fondata dall’ex poliziotto Carmine Gallo e che ha come soci Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano. Il pm che gestisce le indagini su Equalize in merito allo spionaggio è Francesco De Tommasi, che ha spiegato la formazione del gruppo – così chiamato “a grappolo”, in cui “ogni collaboratore ha contatti nelle forze dell’ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni, attraverso cui reperisce illecitamente dati”. Sul caso dello spionaggio ci sono espressi la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha parlato di “eversione”, mentre la Lega ha rivendicato la volontà di inasprire le pene.

Un’organizzazione complessa e un’ex poliziotto ai domiciliari

L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano ha portato all’arresto dell’ex poliziotto e amministratore delegato della società Equalize, Carmine Gallo, accusato di far parte di un’associazione a delinquere specializzata in accessi illeciti a banche dati sensibili. Insieme a lui, dalle indagini su Equalize, sono stati arrestati Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli, manager di altre aziende coinvolte. L’indagine si concentra sull’accesso abusivo al Sistema d’Indagine informatico (Sdi) della polizia, una banca dati che contiene informazioni sensibili.

La Equalize srl di Milano è stata per tutto questo tempo la società cardine nelle attività di spionaggio, secondo le dichiarazioni della Procura, ed è posseduta al 95% da Enrico Pazzalli e al 5% dall’ex poliziotto Carmine Gallo.

Gli arresti sono stati disposti dal gip Fabrizio Filice, che ha anche firmato la sospensione del servizio per altri finanzieri e poliziotti. Nell’indagine su Equalize, sarebbero finite sotto sequestro anche altre aziende, accusate di associazione per delinquere con il fine di accedere in maniera abusiva ai sistemi informativi, con conseguenti rivelazioni del segreto d’ufficio e favoreggiamento. In totale, ad oggi, dalle indagini su Equalize ci sono almeno sei società coinvolte e più di sessanta persone indagate per aver ricoperto vari ruoli all’interno del servizio di spionaggio.

L’accesso alle banche dati e il sistema SDI: RAT e hacker

Gli indagati utilizzavano un RAT (Remote Access Trojan), un software malevolo in grado di penetrare nei server del Ministero dell’Interno e accedere allo Sdi. Tramite questa tecnica, l’organizzazione ha acquisito una mole considerevole di dati, arrivando a scaricare circa 800mila fascicoli, contenenti informazioni delicate. La strategia dell’associazione prevedeva anche la corruzione di agenti autorizzati ad accedere ai database per ottenere vantaggi competitivi sul mercato delle informazioni.

Secondo l’inchiesta, le informazioni sensibili di molti esponenti politici si concentrerebbero sui loro personali conti correnti, precedenti penali, informazioni sanitarie e dati fiscali, e altre intime informazioni. Il Sistema d’Indagine informatico, nato nel 1981, è una delle banche dati più rilevanti in Italia per raccogliere segnalazioni e dati giudiziari. La gestione dell’accesso è rigorosa, riservata agli ufficiali di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza. Nonostante ciò, gli hacker della rete Equalize sono riusciti a infiltrarsi attraverso un trojan, raccogliendo informazioni senza autorizzazione.



All’interno dell’inchiesta sullo spionaggio, punto centrale della questione e delle attività sarebbe Enrico Pezzali, Presidente di Fondazione Fiera di Milano e manager di alcune società come Vodafone, Sogei e Poste Italiane. Attualmente non è stato posto sotto arresto ma è solo indagato, nonostante ci sia stata la richiesta dei pm di procedere con l’arresto. La portata dello spionaggio ha coinvolto anche imprenditori come Leonardo Maria Del Vecchio e Giovanni Gorno Tempini. Gli investigatori ora cercano di ricostruire la rete di contatti e le modalità con cui questi dati sensibili venivano venduti o scambiati.

Contatti con i servizi segreti 

Le indagini su Equalize rivelano anche legami con i servizi segreti e la criminalità organizzata. Gallo e altri membri della rete vantavano connessioni con esponenti dei servizi segreti deviati e organizzazioni mafiose, con la capacità di influenzare indagini e processi. Il sistema di operazioni si basava su una struttura a “grappolo”, con collaboratori in diverse pubbliche amministrazioni e nelle forze dell’ordine.

Tra le vittime dei dossieraggi figurano personalità di spicco come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Senato Ignazio La Russa, e l’eurodeputata Letizia Moratti. L’organizzazione avrebbe anche clonato l’account email di Mattarella. È emerso che Equalize si serviva di una società specializzata in copie forensi per la Procura di Milano, per ottenere cloni digitali di telefoni sequestrati, considerati preziosi sul mercato nero delle informazioni.

Una cassaforte di dossier e la reazione del governo

Di fronte a uno scandalo di tale portata per le indagini su Equalize, il governo sta valutando l’adozione di nuove normative per limitare gli accessi ai dati sensibili e migliorare la sicurezza delle informazioni. La piattaforma di raccolta dati creata dall’hacker Samuele Calamucci ha permesso di aggregare numerose banche dati istituzionali, rendendo vulnerabili anche copie forensi e documenti riservati.

Nelle aule parlamentari, la Lega ha richiesto un inasprimento delle pene contro “gli spioni”, come ha dichiarato Matteo Salvini. Matteo Renzi invece, dalla stessa parte del Partito Democratico, ha puntato il dito contro il Ministro dell’Interno, Piantedosi, sottolineando l’enorme responsabilità che il Viminale ha in questa faccenda.

Lucrezia Agliani

 

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