Il numero di incidenti sul lavoro è in aumento in molti paesi europei. Secondo dati Eurostat, quelli che registrano i numeri peggiori sono Francia, Germania, Spagna e Italia. L’agenzia europea per la sicurezza e salute sul lavoro (OSHA) ha osservato ancora dei deficit riguardanti il livello di conformità e applicazione delle norme di prevenzione da parte degli stati membri. In Italia, casi di cronaca come quelli di Brandizzo riaccendono la luce sul tema, costringendo ad una riflessione fondamentale: cosa si può fare per impedire le morti sul lavoro?
Dal 23 al 27 ottobre ricorre la settimana europea per la sicurezza e salute sul lavoro, quest’anno con la campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri – Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale”, un evento che mira a sensibilizzare e informare sull’importanza di una gestione attiva e partecipativa della salute e sicurezza sul luogo di lavoro. L’introduzione di nuove ed avanzate tecnologie, come l’automazione e la digitalizzazione, comporta necessariamente dei cambiamenti sostanziali nell’organizzazione del lavoro e dei processi lavorativi. Per coloro che si occupano di sicurezza sul lavoro si tratta di una sfida costante: valutare questi cambiamenti e il loro impatto sulla salute dei lavoratori così da sviluppare adeguate misure di prevenzione dei rischi.
Vecchi e nuovi rischi sul lavoro
Dagli anni ’90 ad oggi infatti, il miglioramento della prevenzione sia tecnica che organizzativa sul luogo di lavoro ha portato ad un importante calo degli incidenti. Studi di previsione, come quelli di EU-OSHA, mostrano come un tale cambiamento tecnologico può contribuire a migliorare le condizioni di lavoro di milioni di persone (si pensi alla sostituzione della forza lavoro in settori ad alto rischio, pericoloso o di routine con l’automazione o la robotizzazione). Allo stesso tempo, possono però presentarsi nuovi rischi, soprattutto con il crescente numero di persone che lavorano al di fuori dei locali del datore, come ad esempio nel settore dei trasporti o del lavoro da casa.
Lo spostamento del lavoro tra settori, il progresso tecnologico e lo sviluppo di livelli di competenza più elevati hanno portato a meno lavoro nelle occupazioni manuali e a più lavoro nelle occupazioni amministrative e comunicative. Di conseguenza, si è verificato uno spostamento anche dei rischi verso sfide psicosociali ed emotive e a una minore attività fisica. Secondo EU-OSHA, si è passati dai rischi per la sicurezza a quelli per la salute (anche mentale).
La tendenza verso maggiori sfide psicosociali ed emotive sul lavoro non significa che le esposizioni “classiche” o il lavoro fisicamente gravoso siano scomparsi. Ci sono moltissimi lavoratori e lavoratrici che segnalano gravi rischi alla propria sicurezza a causa dell’esposizione a rumori, vibrazioni, alte o basse temperature e ad agenti chimici e biologici. A seconda dell’occupazione e del settore, tra il 15 e il 30% dei lavoratori sono esposti a tali rischi e, secondo EU-OSHA, negli ultimi 15 anni non si è osservata alcuna diminuzione o comunque è stata molto lieve. Si tratta di tutti quei settori che registrano il numero più alto di incidenti: edilizia, agricoltura, manifattura e trasporti che, secondo Eurostat, rappresentano due terzi (65%) degli incidenti mortali sul lavoro nel 2021 e quasi la metà degli incidenti non mortali (45.7%). Il settore dell’edilizia è il più colpito, raggiungendo da solo il 22.5% del totale degli incidenti mortali.
Nel 2021 il numero di incidenti non fatali in Europa sono stati 2.866.507, quelli fatali 3347. Quattro i paesi che registrano i numeri più alti: Germania, Francia, Spagna e Italia.
Salute e sicurezza sul lavoro in Italia
Nel nostro paese, il tema della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro è sempre stato rilevante e allo stesso tempo critico. Secondo dati INAIL, nel 2022, al netto dei contagi da Covid-19, le denunce di infortunio hanno raggiunto un incremento di oltre il 13% rispetto al 2021. In aumento anche denunce di malattie professionali che nei primi otto mesi del 2023 hanno visto una crescita del 23% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’unico dato positivo, ma pur sempre drammatico, risulta essere la diminuzione dei casi di morte sul lavoro che ad agosto 2023 risultavano essere 657 (-3% rispetto all’anno precedente).
Un dato da non sottovalutare risulta essere quello relativo all’età: dall’analisi INAIL risulta una diminuzione di incidenti in tutte le fasce d’età tranne in quella degli under 20, che registra un +12% dovuto principalmente all’aumento infortunistico degli studenti.
Bisogna evidenziare inoltre un problema di sottosegnalazione degli infortuni sul lavoro per diversi motivi come un sistema di denuncia poco sviluppato, scarsità di incentivi finanziari per le vittime o leggi meno rigide nei confronti dei datori di lavoro.
Gli ultimi tragici eventi infortunistici, come la strage ferroviaria di Brandizzo in cui hanno perso la vita 5 operai, hanno mostrato all’opinione pubblica e alla politica che cosa significa per le persone e le loro famiglie non attuare in concreto le procedure di prevenzione, le stesse procedure che in Italia sono regolate dal decreto legislativo n.81/2008 anche noto come “testo unico di salute e sicurezza sul lavoro”, e che, coerentemente con le direttive europee, vengono imposte in modo chiaro a tutte le imprese sia pubbliche che private. Della necessità di misure più efficaci di prevenzione se ne è accorto anche l’attuale governo, che, con il nuovo Decreto Lavoro del 2023 ha aggiunto riforme anche al testo unico di salute e sicurezza sul lavoro che prevedono il potenziamento nella formazione dei lavoratori, maggiori responsabilità a carico del datore di lavoro e del medico competente, oltre a un rafforzamento dell’attività di ispettorato del lavoro e la realizzazione di un fondo per gli studenti vittime di infortuni.
Investire in sicurezza
Un ambiente di lavoro sano e sicuro è fondamentale per la qualità della vita di un individuo ed è anche fonte di preoccupazione collettiva. I governi e gli stati membri dell’UE dovrebbero pertanto riconoscere i vantaggi sociali ed economici di una maggiore sicurezza e salute sul lavoro.
La politica adottata dall’UE in merito, definita Quadro strategico dell’UE per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027, mira a garantire che l’UE continui a svolgere un ruolo di primo piano nella promozione di standard elevati per le condizioni dei lavoratori europei. Questo sarà possibile solo se si continuerà ad investire da un lato, sulla disponibilità di dati sempre aggiornati sugli incidenti sul lavoro e sulle loro cause e dall’altro, sulle tecnologie avanzate a supporto di una maggiore automazione, digitalizzazione e innovazione impiantistica.
La speranza è che questa preoccupazione venga condivisa e applicata anche dall’Italia, dove gli ultimi drammatici episodi di incidenti sul lavoro hanno rappresentato il dramma che molti lavoratori e lavoratrici affrontano ogni giorno. È sempre più necessario investire in progetti di prevenzione e sensibilizzazione e superare la logica di mercato che considera la sicurezza e la salute sul lavoro più un costo che un investimento. Fare una corretta analisi dei rischi, promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro e incentivare investimenti in ricerca e sviluppo sono le mosse necessarie per prevenire futuri infortuni.