Il ministero della Salute ritira dal mercato nove inchiostri per tatuaggi

Fonte: flickr.com, immagine di THOR Tattoo Studio.

In questi giorni il ministero della Salute ha pubblicato l’ordine di ritiro dal mercato di nove inchiostri usati per i tatuaggi.

I prodotti incriminati, secondo precise indagini del ministero, conterrebbero due elementi potenzialmente tossici: ammine aromaticheidrocarburi policiclici aromatici. I primi sono contenuti negli inchiostri dalle tonalità rosso-gialle, mentre i secondi sono presenti negli inchiostri neri, grigi e argentati. Gli idrocarburi policiclici sono sos

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Andrea Mandelli, il depositario della proposta di legge per regolamentare l’attività sui tatuaggi e i piercing. Fonte: agricolae.eu

tanze riconosciute come cancerogene e il bando ha riguardato nove inchiostri prodotti tutti negli Stati Uniti. L’elenco completo è disponibile sul sito del ministero.

Il ministero sottolinea inoltre come questa decisione sia stata presa considerando la letteratura scientifica in merito e gli esiti dei controlli delle autorità negli esercizi che offrono questi servizi, vantando un primato europeo nell’attività di controllo.

L’importanza di una legge che non c’è

Il ritiro dal mercato degli inchiostri per tatuaggi segue inoltre la direttiva europea che regolamenta questo particolare ambito: una tutela per i consumatori europei. In Italia purtroppo non è ancora in vigore una legge che regolamenti il settore dei tatuaggivi è tuttavia un testo depositato nel maggio 2018 da Andrea Mandelli di Forza Italia e da allora fermo alla commissione Affari Sociali.

Il testo di legge prevede tra l’altro corsi regionali, albi ufficiali delle persone autorizzate a praticare queste attività e un controllo ministeriale sui prodotti utilizzati, come gli inchiostri per tatuaggi. La legge vorrebbe regolamentare anche la pratica dei piercing. Questa normativa ha una grande importanza, poiché da un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità il 13% delle persone tatuate intervistate non si è rivolto a centri specializzati, aumentando il rischio di incorrere in conseguenze spiacevoli.




Il tatuaggio è una pratica diffusa sia nel tempo che nello spazio in tutto il mondo: infatti sia nell’Antico Egitto che tra gli Sciiti era prassi comune, così come tra le popolazioni delle Isole del Pacifico come i Maori. In queste società il tatuaggio assumeva un valore culturale, religioso e rituale oltre segno d’appartenenza ad una comunità, valenza che non è venuta meno nella società moderna, anche se i tatuaggi sono associati nell’immaginario comune ad ambienti “poco raccomandabili” e quindi spesso malvisti. Questo luogo comune negli ultimi anni si è andato indebolendo, anche se in alcuni contesti il tatuaggio è usato come segno d’appartenenza a gruppi criminali definiti.

L’atto di tatuarsi ha dunque una lunga storia alle spalle e molteplici manifestazioni e significati; ricopre un importante ruolo antropologico insieme a tutte quelle pratiche di modificazione del corpo che hanno caratterizzato più o meno tutte le civiltà umane.

Barbara Milano.

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