Nell’edizione di questa mattina La Stampa di Torino ha dato la notizia di un’inchiesta sulla vendita del Milan, apparsa anche sul Secolo XIX. Ma dalla Procura di Milano arriva una secca smentita.
Vendita del Milan a un prezzo gonfiato
Secondo il giornale torinese sarebbe in corso un’inchiesta sulla presunta cessione dell’AC Milan ad un prezzo gonfiato e il rientro successivo di una “cifra sostanziosa”. Il reato ipotizzato è quello di riciclaggio.
Si apprende dai due quotidiani che l’indagine sarebbe stata avviata dalla Procura di Milano dopo aver constatato la realizzazione della vendita ad un prezzo superiore di almeno 300 milioni di euro rispetto al valore reale della società sportiva. Ad aprile 2017 Berlusconi vendette la sua squadra all’imprenditore cinese Yonghong Li per un totale di 720 mln.
Dopo tali valutazioni sono iniziate verifiche sui flussi finanziari e a quel punto “i pm hanno avviato un’inchiesta che tra le varie ipotesi comporta anche verifiche sul reato di riciclaggio”, si legge sempre su La Stampa. Che ricorda come già da tempo girassero voci sulla compravendita, tanto che l’avvocato Niccolò Ghedini avrebbe consegnato in Procura “i documenti per attestare la regolare provenienza del denaro cinese”.
Ma alla base dell’inchiesta, aperta poche settimana fa – spiega ancora il quotidiano – ci sarebbero nuovi documenti attestanti l’esatto contrario. “Da dove sia partita la svolta, al momento non è ancora chiaro – si precisa – . Una traccia, si deduce, che risalirebbe ai reali flussi di denaro partiti da Hong Kong”.
L’intervento del Procuratore Capo
Invece Francesco Greco, procuratore capo della Repubblica di Milano, incontrando i giornalisti nella tarda mattinata di oggi ha smentito la notizia: “Non esistono procedimenti penali sulla compravendita dell’ A.C. Milan”. Insomma “al momento non esiste alcun fascicolo“.
Inoltre Greco ha precisato che l’avvocato Ghedini, legale di Berlusconi, in Procura non ha mai portato alcuna carta circa l’operazione di vendita. E che sulla questione non ha mai ricevuto alcun dossier da parte dell‘Unità Informazione Finanziaria di Banca d’Italia a cui spettano i controlli. Anzi, come precisato dallo stesso Greco, l’Uif avrebbe dato il via libera all’operazione non avendo riscontrato alcuna irregolarità.
Michele Lamonaca