Incendio nella RSA “Casa dei Coniugi”: una tragedia all’interno di un sistema fuori controllo e che evidenzia gravi responsabilità istituzionali.
L’incendio che venerdì sera (7 luglio) ha ucciso sei persone alla Rsa “Casa dei Coniugi” in via Cinquecento, all’interno di un quartiere popolare a sud-est di Milano, sarebbe scoppiato accidentalmente da un letto all’interno di una stanza. Due donne di 69 e 87 anni, che occupavano la stanza in cui si è sviluppato l’incendio, sono morte carbonizzate. Le altre vittime sono un uomo di 73 anni e tre donne di 75, 85 e 84 anni, morte per inalazione di fumo. In totale 81 persone sono state portate in ospedale, due con codice rosso, 14 con giallo e il resto con verde.
Secondo i primi accertamenti degli inquirenti, le fiamme hanno avvolto parte del primo piano, dove molte finestre presentano vetri crepati probabilmente a causa dell’incendio. Questa è stata l’unica ala che è stata evacuata. Nella casa di cura vivevano 173 persone. Le squadre dei vigili del fuoco e della polizia stanno ancora lavorando per mettere in sicurezza la scena e proseguire con le indagini.
La “Casa dei coniugi” è una casa di riposo di proprietà del Comune di Milano e controllata dalla cooperativa Proges, che gestisce 300 istituti in 11 regioni. Accoglie anziani di diverso livello di non autosufficienza e che non necessitano di prestazioni ospedaliere.
Al netto di ogni speculazione su una tragedia enorme come quella che ho coinvolto la RSA milanese nelle ultime ore, non si può fare a meno di pensare alle responsabilità istituzionali nella creazione e nella gestione del sistema previdenziale lombardo: prima del 2003 era per l’80% pubblico, oggi è stato completamente ceduto a logiche commerciali; le ATS e gli altri organi di controllo sono da tempo all’oscuro della situazione di crisi infinita e grave, anche quando si è manifestata con forza durante la pandemia. La RSA è diventata un luogo in cui i profitti devono essere realizzati a tutti i costi, risparmiando su tutto, a partire dal lavoro precarizzato che inevitabilmente causa implicazioni molto gravi sul diritto alla salute.
Inutile stringersi al dolore delle famiglie delle vittime senza considerare un intervento in grado di rimettere la salute dei cittadini al centro di interessi condivisi. Quando si parla di responsabilità per la situazione attuale, l’attuale governo locale non può ignorare il fatto che continua a mettere gran parte del sistema socio-sanitario nelle mani degli speculatori della sanità.