Un’ondata di incendi di proporzioni catastrofiche ha colpito il Portogallo lo scorso fine settimana, provocando la morte di almeno sette persone e lasciando il paese in uno stato di emergenza, da poco conclusasi. Le fiamme degli incendi in Portogallo si sono propagate rapidamente nel nord e nel centro del paese, distruggendo vaste aree boschive e minacciando numerose comunità. Al momento, la Protezione civile ha riportato la presenza di ben 54 incendi attivi, diffusi in diverse regioni. Per far fronte alla situazione, sono stati mobilitati oltre 5.300 vigili del fuoco, impegnati in una lotta incessante contro il fuoco. L’emergenza si è detta finita da poche ore, ma in una settimana le fiamme hanno causato la morte di quattro pompieri e tre cittadini, con il ferimento di altre 40 persone.
L’intervento dell’Unione Europea negli incendi in Portogallo
La gravità della situazione degli incendi in Portogallo ha portato il primo ministro Montenegro a dichiarare lo stato di calamità, in particolare modo nel nord del paese, dove ci sono molte aree colpite o a rischio di incendi. Il principale sospetto è che l’ondata di incendi in Portogallo sia di matrice dolosa: proprio per questo motivo, e in cerca di quante più responsabilità, le autorità portoghesi hanno già proceduto all’arresto di 14 persone, indagate e accusate di aver dato la flora alle fiamme intenzionalmente.
A livello ambientale, gli incendi in Portogallo stanno causando un gravissimo danno all’ecosistema: con i più di 60mila ettari di terreno bruciati, il fuoco ha lasciato devastazione, povertà delle terre – e dei loro abitanti – ma sopratutto ingenti emissioni di sostanze nocive, come ha sottolineato l’aggiornamento europeo Copernicus.
Il governo portoghese ha inoltre richiesto l’attivazione del Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea, un sistema di aiuto reciproco tra paesi membri in caso di emergenze. In risposta alla richiesta del Portogallo, l’Italia, la Spagna, la Francia e la Grecia hanno inviato due canadair ciascuno, per un totale di otto aerei antincendio. Questi velivoli specializzati nel lancio di acqua si sono rivelati fondamentali nel contenere l’avanzata delle fiamme nelle aree più colpite, dove i soccorsi terrestri faticavano a intervenire a causa delle difficili condizioni geografiche.
Bilancio delle vittime e danni: dal dolo alla crisi climatica
Il bilancio degli incendi in Portogallo è tragico. Oltre alle sette vittime, si registrano più di 50 feriti, tra cui numerosi vigili del fuoco. Tre di loro hanno perso la vita tragicamente a Nelas, una città situata a circa 300 chilometri da Lisbona, quando il loro veicolo è rimasto intrappolato tra le fiamme. Gli incendi hanno causato la chiusura di importanti arterie di collegamento, tra cui due linee ferroviarie e l’autostrada principale che connette la capitale Lisbona alla città di Porto. La devastazione è diffusa: più di 620 chilometri quadrati di boschi e terreni agricoli sono stati completamente inceneriti, e secondo le autorità locali, altre 200 potrebbero essere ridotte in cenere nelle prossime ore.
La polizia portoghese ha avviato delle indagini approfondite sulla causa degli incendi in Portogallo, arrestando cinque persone sospettate di aver appiccato volontariamente i roghi. Nonostante i miglioramenti nelle condizioni meteorologiche previsti per i prossimi giorni, la situazione resta critica e complessa. Il vice comandante della Protezione civile, Mário Silvestre, ha dichiarato che martedì la situazione era “più tranquilla”, ma ha sottolineato come il rischio rimanga elevato e come sia necessario continuare a monitorare l’evoluzione degli incendi con estrema attenzione.
Le cause che si nascondono dietro a questi eventi violenti sono sicuramente di matrice umana: la natura può variare a seconda degli interessi, ma sicuramente i motivi possono essere economici, di profitto, vendicativi, oppure punitivi nei confronti dello Stato o di chi quei territori si prende cura abitandoli. Oltre alla piromania, e alle cause e conseguenze che essa può portare all’interno della società, gli incendi come quelli che da una settimana si verificano in Portogallo possono aggravare di gran lunga il benessere dell’ecosistema locale.
Un’altra importante responsabilità è da collegarsi alla crisi climatica e alle conseguenze che essa esercita sul clima e il territorio: da mesi ormai si registra un aumento sempre più preoccupante delle temperature, una siccità catastrofica che si alterna a forti piogge che causano inondazioni e bombe d’acqua. Gli incendi sono sempre più frequenti perché, come hanno dichiarato le autorità portoghesi, il clima è costituito solamente da aria calda e secca, condizione perfetta affinché le fiamme divampino e si propaghino.
La tragedia di Albergaria-a-Velha
Tra le aree maggiormente colpite dagli incendi in Portogallo, la città di Albergaria-a-Velha, situata nel distretto di Aveiro, presenta uno scenario apocalittico. Auto carbonizzate, case distrutte, cavi delle telecomunicazioni bruciati e acri di boschi ridotti in cenere testimoniano la violenza del fuoco che ha imperversato sulla città. Nonostante le fiamme siano state finalmente domate, il terreno resta fumante e un odore acre di bruciato pervade l’aria.
Il fuoco ha bruciato anche i binari ferroviari, oltre ai cartelli stradali fusi dal calore e i pali delle telecomunicazioni crollati. Anche la rete di telefonia mobile è stata compromessa, con i tecnici impegnati nella difficile operazione di sostituire metri e metri di cavi distrutti. Nella zona, almeno quaranta famiglie hanno perso le loro abitazioni e sei aziende hanno subito gravi danni.
Gli sforzi dei vigili del fuoco sono stati eroici, ma le risorse a disposizione si sono rivelate insufficienti di fronte a una calamità di tale portata. Molti di loro hanno lavorato ininterrottamente per tre giorni, esposti continuamente al fumo e alle fiamme. Le squadre di soccorso hanno denunciato la mancanza di mezzi aerei e le difficoltà nel raggiungere i focolai più remoti, situati spesso in zone montuose difficili da percorrere con i mezzi terrestri.
L’emergenza tra la solidarietà europea
Nonostante un lieve miglioramento nelle condizioni atmosferiche e la fine dello stato di emergenza, la paura resta palpabile tra la popolazione. Molti temono che gli incendi in Portogallo possano divampare nuovamente, e la scia di distruzione lasciata dalle fiamme è un duro colpo per un paese già provato da eventi simili negli anni passati. Il governo portoghese ha promesso un Consiglio dei ministri straordinario per valutare ulteriori misure di contrasto e prevenzione, ma la strada verso il ritorno alla normalità appare ancora lunga.
Intanto, il Portogallo ha anche chiesto l’aiuto internazionale dai paesi europei vicini, come la Spagna, l’Italia, la Francia e anche il Marocco, già attivi attori nel soccorso di questa settimana. Tuttavia, le dimensioni della tragedia richiedono ulteriori sforzi, sia a livello nazionale che globale, per garantire che episodi simili non si ripetano in futuro.