Gli incendi in Corea del Sud stanno mettendo in ginocchio l’intero Paese come una delle emergenze ambientali più gravi nella sua storia recente. Una serie di incendi boschivi devastanti hanno causato decine di vittime e ingenti danni. Il clima secco, le forti raffiche di vento e la possibile origine umana delle fiamme hanno contribuito all’intensificarsi del disastro, che ha richiesto l’impiego di migliaia di vigili del fuoco e militari per contenere la minaccia e salvaguardare i siti storici e le comunità locali. Il Presidente ad intermin Han Duck-soo ha dichiarato lo stato di emergenza per far fronte agli incendi in Corea del Sud, che intanto hanno causato 26 morti e più di 17mila ettari di territorio boschivo bruciati.
Una tragedia in continua espansione
Da giorni la Corea del Sud sta affrontando una delle peggiori emergenze legate agli incendi boschivi della sua storia recente. Gli incendi in Corea del Sud, che si sono espansi in particolare nel sud-est del Paese, hanno causato almeno 26 morti, tra cui il pilota di un elicottero impegnato nelle operazioni di spegnimento, precipitato nella contea di Uiseong.
Al momento, gli incendi in Corea del Sud hanno bruciato oltre 310 chilometri quadrati di foreste e terreni agricoli, mentre migliaia di vigili del fuoco e militari continuano a lottare per arginare le fiamme e soccorrere la popolazione. Il Presidente ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, sottolineando che la situazione rimane ancora critica. Oltre ai 26 morti, si contano quasi 30mila persone sfollate.
Evacuazioni di massa e danni incalcolabili
La violenza degli incendi in Corea del Sud ha costretto più di 27.000 persone a lasciare le proprie abitazioni in cerca di rifugio sicuro. Tra le strutture distrutte dal fuoco c’è anche il tempio buddhista di Gounsa, un sito di grande valore storico risalente al 681 d.C. La situazione è aggravata dalle condizioni climatiche sfavorevoli, caratterizzate da vento forte e clima secco, che stanno alimentando la rapida propagazione delle fiamme.
Le autorità e i media locali stanno cercando di identificare la causa scatenante degli incendi in Corea del Sud. Tra le ipotesi più accreditate, si parla di un possibile errore umano, forse legato a operazioni di pulizia delle tombe o a lavori di saldatura. Questa supposizione è ancora sotto verifica, ma i danni causati dalle fiamme sono già devastanti: almeno 17.520 ettari di bosco sono stati ridotti in cenere, e molte aree protette dichiarate Patrimonio dell’UNESCO sono in grave pericolo.
Vittime tra i soccorritori e la popolazione
Tra le vittime degli incendi, oltre al pilota dell’elicottero precipitato a Uiseong, si contano quattro vigili del fuoco rimasti intrappolati dalle fiamme nella contea di Sancheong. Altri feriti sono stati riportati nelle aree circostanti, dove le autorità stanno cercando di mantenere la situazione sotto controllo. L’emergenza resta critica e in continua evoluzione.
Le operazioni di spegnimento e il sostegno del governo
Per affrontare l’emergenza, il presidente ad interim Han Duck-soo ha alzato l’allerta al livello massimo e proclamato lo stato di emergenza nazionale. Durante un discorso televisivo, Han ha dichiarato che “i danni stanno aumentando” e che è necessario concentrare ogni risorsa disponibile per fermare la distruzione causata dagli incendi. Le autorità sperano che le previste piogge possano contribuire a rallentare la propagazione delle fiamme, anche se le precipitazioni attese sono piuttosto modeste – circa 5-10 mm.
Gli incendi in Corea del Sud sono tra i più estesi nella storia della Corea del Sud. Le immagini satellitari della NASA mostrano chiaramente il fumo che si solleva dalle zone colpite, un segnale tangibile della gravità della situazione. I roghi hanno devastato città e villaggi, incluse aree di grande rilevanza culturale e naturale come il villaggio tradizionale di Hahoe, patrimonio mondiale dell’UNESCO, che è stato evacuato per precauzione.
Il cambiamento climatico e l’aumento degli incendi
Secondo gli esperti, il cambiamento climatico sta giocando un ruolo chiave nell’aumento della frequenza e della gravità degli incendi boschivi. Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato in Corea del Sud, con una temperatura media di 14,5 gradi Celsius, due gradi superiore rispetto alla media degli ultimi trent’anni. La siccità prolungata e l’incremento delle temperature hanno reso le foreste più vulnerabili agli incendi, che divampano con una rapidità e una violenza senza precedenti.
Molte persone sfollate hanno raccontato storie drammatiche di fuga e sopravvivenza. C’è chi ha dovuto rinunciare a tutti i beni, scappando dalle proprie abitazioni senza portare nulla con sé. Molti si sono riparati nella palestra di una scuola elementare. Altre testimonianze raccontano di venti “incredibilmente forti”, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di salvare la propria casa.
Con oltre 6.700 vigili del fuoco e centinaia di soldati dispiegati sul campo, le operazioni di spegnimento proseguono senza sosta, ma il pericolo resta elevato. Gli esperti continuano a monitorare l’evoluzione degli incendi in Corea del Sud, sperando che l’arrivo della pioggia possa finalmente offrire un sollievo tanto atteso e mettere fine a questa tragedia che ha sconvolto la Corea del Sud.