Raggiunte temperature record nel Nuovo Galles del sud (41,9 gradi Celsius) e continuano gli incendi in Australia. Attivato lo stato d’emergenza a Sydney per 7 giorni.
Temperature fino ai 40 gradi e continuano gli incendi in Australia. È così che il 17 dicembre, in Oceania, è stato il giorno più caldo nella storia. Le temperature hanno sfiorato i 41,9 gradi Celsius, tradotti in 105,6 gradi Fahrenheit, battendo il precedente record di 40,3 gradi, in Celsius, del gennaio 2013. La notizia peggiore è che l’ondata di calore potrebbe anche aggravarsi: “Questo caldo si intensificherà ulteriormente oggi”, ha affermato la meteorologa Diana Eadie. Anche il Bom (ufficio meteorologico australiano) ne dà conferma, spiegando come le temperature e i venti secchi e caldi tenderanno a peggiorare nelle prossime ore. Il gran caldo ha dato inizio ad un’anticipata fase di incendi boschivi, tipici dell’estate australiana, ma quest’anno solo tutt’altro che gestibili.
Al momento sono 106 i roghi attivi nel Nuovo Galles del Sud, dove la situazione sta diventando sempre più difficoltosa: i fuochi vedono all’opera quasi 3mila vigili del fuoco, 2.500 ufficiali, di cui 1700 solo nello stato. Tuttavia, il Primo Ministro del Nuovo Galles, Gladys Berejiklian, ha parlato di “condizioni meteorologiche catastrofiche”. Nello stesso stato sono state distrutte 40 case nelle ultime ore, ma 800 da quando è cominciata la stagione degli incendi. Proprio per questo, nella sua capitale, Sydney, è stato dichiarato lo stato d’Emergenza per 7 giorni. Il secondo provvedimento in due mesi, di cui uno già attivato da novembre.
Inquinamento atmosferico a livelli estremi
Le foreste e i boschi sono in ginocchio, per non parlare poi della fauna. Si contano quasi 7,4 milioni di acri bruciati, pari a tre milioni di ettari, contando anche sei i morti. La situazione è così critica che ai vigili del fuoco sono stati dati i controlli delle risorse pubbliche, per imporre lì dove occorre, evacuazioni, chiusura del traffico o bloccare erogazioni di servizi quali l’elettricità. Il fumo dei roghi ha attorniato e travolto la città di Sydney, portando ad un inquinamento atmosferico a livelli inquietanti e all’emergenza salute: l’allarme viene anche da parte dei medici che segnalano aria irrespirabile e pericolo per la società.
Nascite premature, bambini sottopeso, asma, malattie cardiache, ictus e cancro ai polmoni. Sono in ventidue le associazioni di medici che hanno chiesto di arginare i livelli di inquinamento. Tra questi anche il Royal Australasian College of Physicians e l’Australasian College of Emergency Medicine. E mentre continua la conta dei danni, anche gli scienziati confermano un triste record nella storia dello Stato:
“Gli incendi boschivi stagionali si verificano sempre in Australia, ma le condizioni più calde e più asciutte dovute ai cambiamenti climatici hanno aumentato la frequenza degli incendi e la loro gravità,” ha affermato Andy Pitman, esperto di clima presso l’Università del New South Wales a Sydney.
Pressioni contro il governo sul cambiamento climatico
“L’Australia è letteralmente in fiamme in questo momento e questo è chiaramente legato ai cambiamenti climatici in termini di gravità e durata,” ha spiegato Richie Merzian, direttore del programma per il clima e l’energia presso l’Australia Institute. Tuttavia, oltre agli esponenti scientifici, anche la popolazione si sta facendo sentire, aumentando a loro volta le pressioni sul governo per affrontare il cambiamento climatico. Durante la mattinata del 19 dicembre centinaia di manifestanti, si sono accampati fuori dalla Kirribilli House, la residenza ufficiale secondaria del Primo Ministro dell’Australia, per protestare contro l’assenza del premier Scott Morrison, all’estero fino a lunedì.
Michael McCormack, che lo sostituisce si è rivolto direttamente a loro: “State sprecando il vostro tempo. Andate a fare qualcosa di utile invece che stare qui, andate ad aiutare chi ha veramente bisogno invece di lamentarvi del fatto che il primo ministro non c’è. Sta trascorrendo una meritata vacanza. Ha diritto a una vacanza”, ha commentato. Nel frattempo la situazione è sotto costante aggiornamento, e tutto il mondo si aggrega al dolore e all’apprensione anche tramite social sotto l’hashtag #bushfire.
New @climatecouncil report highlights heat health risks of #Australia‘s ‘Dangerous Summer’.
Learn how worsening extreme events, such as #heatwaves, #drought and #bushfires, are affecting the health and well-being of Australians.https://t.co/dMUQKnPSyh
— Global Heat Health Information Network (@heathealth_info) 19 dicembre 2019
Anna Porcari