Gli incendi in Amazzonia sono la diretta conseguenza di qualcosa che per troppo tempo abbiamo finto di non vedere: il cambiamento climatico.
I roghi che nelle ultime settimane stanno devastando il polmone verde dell’Amazzonia sono il modo scelto dalla Terra per farci arrivare il suo grido d’aiuto.
Gli incendi nel 2019 in Brasile hanno raggiunto un ritmo che non si registrava dal 2013, nei primi otto mesi nella terra del mare e del solo ci sono stati ben 71.497 focolai, di questi 39.033 roghi hanno colpito l’area interessata dall’Amazzonia.
Incendi in Amazzonia, perché preoccuparsene
Quando si parla dei roghi che continuano ad accendersi in Amazzonia non vale la regola del “è lontano, non mi riguarda” dato che la foresta pluviale svolge un ruolo fondamentale per contrastare il riscaldamento globale e salvaguardare la biodiversità.
Si tratta di un patrimonio ambientale di vitale importanza per il futuro di tutti noi perché se il Brasile dovesse continuare a bruciare rischieremmo di perdere il 20% dell’ossigeno della Terra e il 10% della biodiversità.
Diventa quindi di vitale importanza farsi carico in prima persona del problema, perché ogni azione, anche la più piccola, può avere un forte impatto.
Come aiutare: tre modi economici
Leonardo Di Caprio nei gironi scorsi ha donato ben 5milioni di dollari per aiutare l’Amazzonia, si tratta sicuramente di una somma considerevole che, per ovvie, ragioni non è proprio alla portata di tutti.
Tuttavia si può essere attivisti anche a costo zero, ecco quindi tre modi per fare la differenza senza spendere soldi.
Mantenere alta l’attenzione
Sembrerà assurdo ma la cosa più semplice da fare per aiutare l’Amazzonia è non lasciare che venga dimenticata, né dai media né tanto meno dai grandi leader del mondo. Sono anni che l’Amazzonia è scossa da roghi dolosi, volti al disboscamento così da ottenere nuovi territori da destinare all’agricoltura.
In tal senso il 2004 rappresenta un’annata record, ben 28.500 km/q di foresta pluviale sono andati distrutti nel corso di 12 mesi. Allora come oggi il disastro ecologico ha catturato l’attenzione, ma come ogni fuoco di paia che si rispetti dopo poco tempo in molti sono tonarti a voltare le spalle al problema.
Tanto che nel 2016 la distruzione della foresta ha subito una nuova impennata, arrivando fino ai dati disastrosi dei giorni nostri.
Ecosia
Inutile negarlo, tra computer, smarphone e tablet passiamo la maggior parte del nostro tempo online. L’intera conoscenza mondiale è a portata di click ed’è veramente raro non riuscire a trovare qualcosa in Rete. Per questo motivo nel 2009 Christian Kroll ha pensato bene di creare un motore di ricerca ecofriendly.
Stiamo parlando di Ecosia un motore di ricerca che si propone l’eccezionale obiettivo di devolvere l’80% del ricavo in riforestazione.
L’eccezionale sistema di eco-web promette di piantare un albero per ogni click, ma non su un link qualsiasi. Per avere introiti da destinare nella riforestazione, Ecosia ha bisogno che l’utente clicchi sui link sponsorizzati. Quindi non basta preferirlo a Google per dare il nostro contributo al Pianeta.
Diminuire il consumo di carne
Attenzione: non stiamo consigliandovi di convertirvi tutti al veganismo, l’alimentazione è qualcosa di fin troppo personale per poter aver la presunzione di poter dire a qualcuno cosa mangiare o meno.
Vero è che stando agli ultimi dati rilasciati dalla FAO gli allevamenti di bestiame sono i principali responsabili della deforestazione, in tutto il mondo.
Per questo un utilizzo più consapevole e responsabile della carne può far diminuire la domanda sul mercato e far calare la caccia alla terra per l’ampliamento dei propri allevamenti. Un altro modo è quello di scegliere prodotti certificati da associazioni che assicurino la provenienza del bestiame da allevamenti che si adeguano ai più alti standard ambientali.
Diventare consumatori consapevoli e responsabili è importante in ogni aspetto della nostra vita non solo in quello alimentare. Scegliere aziende eco-friendly, prodotti biodegradabili e investire nella moda sostenibile sono altri modi per fare la propria parte.
Donare e sostenere
Inutile girarci intorno, i motivi elencati fin’ora sono certamente un buon inizio ma non bastano a cambiare la situazione.
Per questo è importante sostenere attivamente organizzazioni che si occupano in prima persona della salvaguardia dell’ambiente e, in questo caso, dell’Amazzonia.
Le più note sono sicuramente il WWF e Greenpeace, c’è poi Amazon Watch che oltre ad aver istituito una raccolta fondi ha anche dato il via a una petizione per sostenere i movimenti di protesta brasiliani.
A queste vanno poi aggiunte Rainforest Action Network e Rainforest Trust; la prima si occupa di aiutare le comunità di frontiera dell’Amazzonia, la seconda utilizza i fondi raccolti per acquistare i territori della foresta pluviale, salvandoli dagli speculatori.
Aiutare la Foresta Amazzonica e la Terra è alla portata di tutti, basta solo volerlo.
Emanuela Ceccarelli