Da decenni si discute sull’abuso di sostanze stupefacenti, inclusi alcol e tabacco, tra i più giovani. Ora un nuovo report collega queste abitudini con l’aumento delle probabilità di sviluppare dipendenze da droghe pesanti in età adulta
Il report annuale INCB ( International Narcotics Control Board) si occupa di stilare un rapporto sulla situazione attuale in materia di abuso di droghe, stilando una serie di raccomandazioni per i governi e le organizzazioni internazionali.
Il report del 2019 cade in coincidenza con il trentesimo anniversario della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia, il cui articolo 33 riguarda appunto la protezione dei minori e le politiche di prevenzione per l’utilizzo e l’abuso di sostanze stupefacenti e psicotrope.
Viene dunque da sé che il tema principale dell’edizione 2019 del report riguardasse il migliorare i trattamenti e le politiche di prevenzione in materia di droga tra i più giovani.
Secondo le stime, i ragazzi tra i 16 e i 19 anni che abusano di sostanze quali alcol, fumo e cannabinoidi hanno probabilità maggiori di sviluppare dipendenze da oppiacei e droghe pesanti in futuro.
Analizzando i dati, nella fascia tra i 15 e i 16 anni, l’abuso di determinate sostanze, cannabis in primis, è maggiore in Europa con una percentuale del 13.9%, seguita da America (11.6%), Oceania (11.4%), Africa (6.6%) e Asia (2.7%).
Il presidente della INCB Cornelis P. de Joncheere ha dichiarato:
“Prestiamo particolare attenzione all’evoluzione della situazione e concentriamo la nostra attenzione verso quei paesi che hanno concesso un utilizzo maggiore di alcuni tipi di droghe, soprattutto cannabis, per uso non medico, contrario alle disposizioni dei trattati contro le droghe”
Secondo il report INCB, i programmi e i protocolli di prevenzione dovrebbero riguardare inanzitutto le famiglie, primi veri centri di controllo delle abitudini dei più giovani. In secondo luogo, si dovrebbero implementare i servizi di sensibilizzazione nelle scuole. In terzo luogo, si raccomanda di inasprire le direttive in materia di accesso e compravendita di sostanze psicoattive, alcol e tabacco.
Una polemica quanto mai attuale, considerando lo scoppio della EVALI, la cosiddetta polmonite da svapo, che poco aveva a che fare con le sigarette elettroniche. Un’epidemia che ha sottolineato quanto sia difficile creare prevenzione in materia di sostanze stupefacenti tra i più giovani, soprattutto in fase adolescenziale e pre-adolescenziale, quando si è disposti a testare e provare qualsiasi esperienza in cambio di uno sballo momentaneo.
Per quanto l’uso di cannabis per scopi non medici sia una tema fortemente dibattutto, l’abuso di alcol e nicotina in età adolescenziale invece ha riscontri negativi in termini di salute, potendo portare a danni cerebrali e cardiovascolari, soprattutto se l’abuso avviene in fase giovanile.
Chiara Nobis