In Zimbabwe la devastante siccità sta uccidendo gli elefanti

Lo scorso agosto un rapporto dell’Onu allarmava sulla siccità che colpiva lo Zimbabwe dichiarando che “due milioni e mezzo di persone rischiano di morire di fame”.  Quella che sta vivendo lo Zimbabwe è una delle più gravi crisi di siccità della sua storia. La mancanza d’acqua mette in pericolo le vite, fa scarseggiare cibo ed energia mettendo in ginocchio l’economia del paese. Le entrate dello stato dipendono ormai infatti in larga misura dal turismo, dedicato ai paesaggi naturali, e dalla produzione di energia idroelettrica. Da quest’estate ad oggi la siccità non ha fatto altro che aggravarsi, danneggiando non solo la popolazione ma anche la preziosissima fauna – per di più leoni ed elefanti.

Nelle due principali aree di conservazione naturale del paese, Mana Pools e Hwange National Park, sono morti oltre 200 elefanti solo negli ultimi due mesi. Se durante questa stagione non ci saranno altre piogge, probabilmente le morti aumenteranno.

In tutto lo Zimbabwe si contano 85 000 elefanti ma le riserve riescono a prendersi cura solo di 55 000 di questi e la siccità diventa sempre più difficile da affrontare.  Anche nei parchi deputati alla tutela degli animali la situazione idrica è peggiorata.

Per far fronte a questa situazione è stato pianificato il trasferimento di 600 animali, due branchi di leoni, 50 bufali, 40 giraffe e 2000 impala, verso il nord dello Zimbabwe. Tinashe Farawo, rappresentante dell’associazione che coordina le riserve naturali del territorio, ha dichiarato che si tratta del più grande trasferimento di animali della storia contemporanea.

Negli anni precedenti si era inaugurata la vendita degli animali selvatici a coloro che ne potessero garantire migliori condizioni di vita. Una vera e propria privatizzazione della fauna del territorio.

 




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Gli elefanti sono quelli che sembrano soffrire di più la siccità. Molti di loro mentre cercano disperatamente cibo ed acqua si avvicinano ai villaggi abitati. La drammatica siccità quindi sta incrementando il contatto tra gli uomini e gli animali. Secondo quanto riportato dal The Guardian, 200 persone risultano morte negli ultimi 5 anni a causa di scontri con gli elefanti.

Mentre il popolo, specialmente quello contadino, si chiede come farà a far sopravvivere i propri figli, gli attacchi degli animali alle poche risorse disponibili complicano la situazione. Si attende disperatamente l’arrivo delle precipitazioni.

Godfrey Koti al Sole 24 Ore ha dichiarato se non si fa nulla contro il riscaldamento globale, rischiamo di passare guai grossi” . Eppure il negazionismo invade ancora gli organi di potere dove crisi così evidenti, come quella che Venezia si trova impreparata a fronteggiare in questi giorni, continuano ad essere viste come ordinari episodi di maltempo.

 

 

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