E se vi dicessimo che in Svezia è stato possibile effettuare uno scambio di corpo?
Bè, ovviamente – anche se sembra quasi superfluo specificarlo – si tratta di uno scambio di corpo virtuale. Ma è stato comunque possibile, grazie ad una ricerca condotta da Pawel Tacikowski e i suoi colleghi del dipartimento di neuroscienze del Karolinska Institute di Stoccolma.
Cosa ci rende ciò che siamo davvero?
Questa è la domanda da cui sono partiti gli scienziati. A definire la nostra vera essenza è il corpo in cui ci svegliamo ogni mattina? Oppure è una raccolta di pensieri e convinzioni che ci rendono individui con determinate abilità, tratti e identità sociale?
E se fosse una combinazione tra queste 2 opzioni? Allora come potrebbe emergere una visione unificata di sé da una tale fusione di credenze coscienti ed esperienze percettive corporee? Ad esempio, la nostra percezione di noi stessi cambierebbe se un giorno la nostra mente si svegliasse nel corpo del nostro migliore amico?
Queste queste domande hanno ispirato la ricerca.
Lo studio
Sono state analizzate 33 coppie di amici.
Tutte giacevano su letti e, attraverso i display montati sulle loro teste (HMD), vedevano registrazioni dal vivo da telecamere posizionate appena sopra la testa dell’altra persona, cioè dalla prospettiva dalla quale normalmente si guarda al proprio corpo. Allo stesso tempo, gli scienziati hanno applicato tocchi sincroni a entrambi i partecipanti sulle parti del corpo corrispondenti.
Inoltre, ogni partecipante, prima di iniziare, ha dovuto dare un punteggio ad alcuni tratti caratteriali propri e del compagno, come autostima, loquacità, gentilezza. Ed ha dovuto ripetere l’autovalutazione durante lo scambio virtuale.
I risultati
Per quanto riguarda il primo punto, è emerso che, dopo qualche minuto di adattamento, le cavie umane hanno dichiarato di sentirsi quasi del tutto nel corpo dell’altra persona. Tanto che se uno dei due veniva minacciato in maniera credibile con un coltello, l’altro iniziava a sudare come se l’arma fosse stata puntata contro di lui.
Per quanto riguarda il secondo, invece, gli scienziati hanno riscontrato che anche una breve esperienza di proprietà illusoria del corpo dell’amico ha cambiato il contenuto e la struttura di molteplici credenze sulla propria personalità. Grazie alle due succitate valutazioni, è emerso un adattamento delle convinzioni sulla propria personalità alle convinzioni sulla personalità dell’amico. In sostanza, i partecipanti si sono valutati in modo più simile al modo in cui hanno valutato l’amico in precedenza.
Inoltre è stato scoperto che le esperienze vissute “nei panni di qualcun altro” si imprimono nella memoria meno di quelle vissute in prima persona.
In definitiva, questi risultati mostrano che la percezione del proprio corpo modella dinamicamente molteplici credenze coscienti che costituiscono il concetto di sé.
Anna Gaia Cavallo