Il controllo della mafia sulle agenzie funebri di Biancavilla, Paternò e Adrano, in provincia di Catania, va avanti ormai da decenni. Tra richiesta del pizzo, “ambulanze della morte” e esequie gestite dai boss, le agenzie funebri sono uno dei business delle organizzazioni criminali mafiose.
I diversi casi a Catania del controllo della mafia sulle agenzie funebri
A Biancavilla, Paternò e Adrano, in provincia di Catania, il controllo della mafia sulle agenzie funebri è ormai molto radicato. E’ da decenni che avvengono dei blitz antimafia da parte dei Carabinieri della compagnia di Paternò e della Stazione di Biancavilla, per quanto riguarda le infiltrazioni mafiose nelle agenzie funebri. Nel dicembre 2016 c’è stato il blitz “Onda d’urto” e nell’aprile 2017 “Reset” contro il racket delle estorsioni che aveva imposto il “pizzo” all’agenzia di onoranze funebri “Arena” operante a Biancavilla.
Il clan Mazzaglia-Toscano-Tomasello, a Biancavilla, e il clan Santangelo, Adrano, richiedevano una quota per ogni funerale. Tutto ciò ovviamente utilizzando il metodo mafioso, attraverso minacce ed estorsioni. Il controllo della mafia sulle agenzie funebri avviene costringendo quest’ultime al pagamento del “pizzo”, all’uccisione di malati terminali in ambulanza e alle esequie interamente gestite dai boss.
Le pompe funebri, un settore che non conosce crisi, è quindi uno dei business sotto il controllo della mafia a Biancavilla, Paternò e Adrano, che storicamente e a livello giudiziario fanno parte del cosiddetto “triangolo della morte”.
Il caso dell'”ambulanza della morte”
Nel 2017 i carabinieri di Paternò hanno arrestato Davide Garofalo, ex barelliere che gestiva il trasporto dell’ambulanza nella zona mafiosa di Adrano. Il motivo è stato l’omicidio di tre malati termali, anche se probabilmente sono molti di più ma non sono stati accertati, durante il trasporto dall’ospedale a casa, dopo che erano stati dichiarati in fin di vita dai medici. Garofalo in ambulanza iniettava una siringa d’aria nelle vene e cagionava con effetto immediato la morte per embolia gassosa. I loro corpi poi sarebbero stati “venduti” per 300 euro a pompe funebri vicino a clan mafiosi.
I carabiniere e il pm Andrea Bonomo hanno interrogato due testimoni di giustizia, titolari di un’agenzia di pompe funebri che per anni ha pagato il pizzo alle organizzazioni mafiose. Ma interessante è stata la testimonianza di un ex dipendente che ha assistito alle procedure per provocare la morte del malato. E’ stato efficace nel mostrare il controllo della mafia sulle agenzie funebri, sostenendo come Davide Garofalo sia stato proprio raccomandato a quel ruolo da parte di organizzazioni criminali
So per certo che Davide Garofalo era stato messo a lavorare con l’ambulanza a Biancavilla poiché era stato imposto dal clan mafioso di Adrano. Quanto detto mi è stato riferito dal titolare dell’ambulanza
Questi sono solo i casi più eclatanti, è presente anche un servizio di Le Iene sull'”ambulanza della morte”, sul potere che i clan mafiosi hanno rispetto a questo business delle agenzie funebri. Uno dei tanti della mafia. Uno che provoca altre morti innocenti. Un altro che avviene nel silenzio generale.