Un report pubblicato dall’IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre) segnala un drastico aumento degli sfollati interni a livello globale nel 2023: 75.9 milioni di persone alla fine dell’anno passato vivevano in stato di sfollamento interno, costrette ad abbandonare le proprie case (senza tuttavia oltrepassare i confini politici dei propri paesi d’origine) a causa di conflitti armati, violenza e catastrofi naturali. Questi dati allarmanti, secondo l’IDMC, devono incoraggiare la comunità internazionale ad agire urgentemente per arginare i conflitti in corso in numerose aree del pianeta ed alleviare la povertà e il rischio di disastri naturali dovuti al cambiamento climatico.
In drastico aumento il numero degli sfollati interni
Nella mattinata di martedì 14 maggio, l’IDMC ha pubblicato il suo report (GRID, Global Report on Internal Displacement) annuale circa l’entità numerica e le condizioni degli sfollati interni a livello globale. I dati che emergono dall’analisi del report dell’IDMC sono allarmanti e segnalano un drastico aumento degli sfollati interni nell’anno passato: se nel 2022 gli sfollati interni erano poco più di 71 milioni, nel 2023 questo numero è salito in maniera preoccupante, fino a toccare i 75.9 milioni.
L’Internal Displacement Monitoring Centre è stato fondato nel 1998 come parte del Norwegian Refugee Council (NRC) e costituisce ad oggi una fonte affidabile ed autorevole che mette a disposizione della comunità internazionale dati riguardanti gli sfollati interni. I suoi report e le sue analisi, infatti, forniscono maggiore visibilità ad una tragica problematica che affligge la maggior parte dei paesi del globo e contribuiscono alla risoluzione di questa situazione suggerendo linee d’azione da seguire e possibili soluzioni.
L’attività dell’IDMC riguarda dunque gli sfollati interni, ossia quella parte della popolazione mondiale, sempre più ingente secondo i dati forniti, che viene costretta da eventi catastrofici quali guerre e disastri naturali ad abbandonare le proprie abitazioni per cercare rifugio altrove, rimanendo all’interno dei confini del proprio paese d’origine. Gli sfollati interni costituiscono un gruppo umano altamente vulnerabile ed esposto a fattori che ne mettono a rischio l’incolumità e dunque bisognoso di maggiori tutele e attenzioni a livello globale.
Dall’analisi del report pubblicato dall’IDMC, risulta evidente che il numero totale di sfollati interni a livello globale è in costante aumento: negli ultimi cinque anni, questo dato è aumentato del 51% e rispetto al 2014 è più che raddoppiato. Secondo le stime dell’IDMC, il numero di sfollati interni è destinato a crescere ulteriormente, dato che l’escalation di numerosi conflitti e l’aumento dell’incidenza di disastri naturali rendono poco plausibile l’inversione di questo trend.
Come viene asserito all’interno del report, questi dati devono essere attentamente analizzati dalla comunità internazionale, che non può rimanere inerme davanti al dispiegarsi di una crisi umanitaria di queste proporzioni. Risulta necessario, infatti, favorire il ritorno alle proprie abitazioni di origine degli sfollati o, in alternativa, la loro integrazione in nuove comunità, nonché agire concertatamente per prevenire nuovi sfollamenti promuovendo la risoluzione pacifica dei conflitti, l’alleviamento della povertà e il contrasto al cambiamento climatico.
GRID 2024: le maggiori cause di migrazioni interne
Partendo dal presupposto che conferire maggiore visibilità alla problematica costituita dagli sfollati interni e contribuire alla comprensione della situazione risulta cruciale per avvicinarsi ad una soluzione del problema, l’IDMC segnala nel suo report un preoccupante aumento del numero di sfollati interni nel 2023: al termine dell’anno passato erano quasi 76 milioni, dei quali 68.3 milioni costretti a spostarsi da guerre e violenze di varia natura (numero più alto mai registrato), 7.7 da disastri naturali.
Sono dunque i conflitti armati ad essere responsabili della maggioranza delle migrazioni forzate a livello globale. Perciò, non risulta sorprendente che negli ultimi anni il numero totale di sfollati interni sia aumentato così drasticamente parallelamente allo scoppio e alla recrudescenza di guerre come quelle in Ucraina, Medio Oriente, Sudan, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia.
Il numero di sfollati interni dovuti a guerre e violenza è infatti aumentato del 49% nel corso degli ultimi cinque anni. Nel 2023, sono stati registrati 20.5 milioni di nuovi sfollati interni in questa categoria, un numero del 70% più elevato rispetto alla media degli ultimi dieci anni, ma comunque in netta diminuzione se paragonato al dato rilevato nel 2022 (28.3 milioni) a causa soprattutto del calo dei movimenti interni all’Ucraina dovuto alla stabilizzazione dei fronti di guerra.
Il numero di persone che, alla fine del 2023, viveva in una situazione di sfollamento interno a causa di disastri di altra natura ammonta a 7.7 milioni secondo il report dell’IDMC. Nel corso del 2023, sono state 26.4 milioni in ben 148 diversi paesi le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni a causa di disastri naturali. Si tratta del terzo dato più consistente registrato nell’ultima decade.
Nel corso dell’ultimo anno, gli eventi sismici hanno determinato oltre 6 milioni di sfollamenti interni e hanno colpito con particolare veemenza Turchia, Siria, Marocco, Filippine e Afghanistan. Altri paesi colpiti duramente da disastri naturali nel 2023 sono stati quelli del corno d’Africa, interessati da numerose inondazioni che hanno fatto seguito ad anni di siccità. Inoltre, è importante menzionare l’ampio numero di sfollati interni determinato da incendi, specialmente in Grecia e in Canada.
La distribuzione geografica degli sfollamenti interni
Come viene sottolineato nel corso del report dell’IDMC, nessun paese, per quanto economicamente avanzato e pacifico, è immune dalle catastrofi che determinano sfollamenti interni. Infatti, i 46.9 milioni di sfollati interni registrati nel 2023 (numero che si ottiene sommando i 26.4 milioni di sfollati a causa di disastri ai 20.5 milioni di sfollati a causa di violenza e conflitti) riguardano ben 151 paesi del globo.
Tuttavia, non tutti i paesi sono colpiti nella stessa misura. La regione del pianeta maggiormente interessata da sfollamenti interni, nel 2023, si conferma l’Africa subsahariana, che ospita il 46% degli sfollati interni del globo: in questa regione del mondo, infatti, numerosi paesi sono flagellati contemporaneamente da conflitti intestini e disastri naturali, che danno vita a situazioni esplosive e a drammatiche emergenze umanitarie.
Nel corso del 2023, la situazione è nettamente peggiorata anche in Medio Oriente e Nord Africa, specialmente a causa dell’escalation del conflitto che vede contrapposte le milizie di Hamas e le forze armate israeliane nella Striscia di Gaza e che non sembra destinato a risolversi in tempi brevi. Nel 2023, il numero di sfollati interni dovuti a conflitti armati in questa regione del mondo è aumentata di otto volte a seguito di tre anni di costante diminuzione del dato.
Per quanto riguarda gli sfollamenti determinati da disastri naturali, la regione dell’Asia orientale e del Pacifico si conferma l’area maggiormente colpita a livello globale, pur essendo il dato registrato nel 2023 il più basso dal 2017. La situazione di guerra intestina in Myanmar, inoltre, ha contribuito a determinare un aumento per il terzo anno consecutivo degli sfollati interni a causa di conflitti armati in questa regione.
Conflitti e disastri naturali non hanno risparmiato neanche l’Europa e l’Asia centrale nel 2023. Il numero di sfollati interni a causa di disastri naturali nel 2023 è stato il più alto mai rilevato in questa regione, specialmente a causa del terremoto in Turchia e degli incendi e inondazioni che hanno colpito il bacino mediterraneo. Infine, come prevedibile, il conflitto in corso in Ucraina è stato responsabile della quasi totalità degli sfollamenti dovuti a guerre e violenze in questa regione del pianeta.