In Israele arriva la pena di morte, ma solo se sei palestinese

In Israele arriva la pena di morte

 

In Israele arriva la pena di morte, il suo governo di estrema destra ha approvato la scorsa domenica un disegno di legge proposto dal ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir che, se diventasse legge a tutti gli effetti, autorizzerà l’esecuzione di prigionieri palestinesi.


Secondo il disegno di legge, chiunque “intenzionalmente o meno provochi la morte di un cittadino israeliano con lo scopo di danneggiare lo Stato di Israele e la rinascita del popolo ebraico nella sua patria”, rischia una condanna a morte senza specificare quale metodo verrebbe utilizzato per eseguire la pena. Per di più, se tale reato venisse commesso in Cisgiordania, la pena verrebbe applicata nei tribunali militari anche se la sentenza non fosse unanime.


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Il tribunale potrà imporre la pena di morte a chiunque commetta un omicidio per motivi nazionali contro i cittadini di Israele“, hanno affermato lo stesso Ben-Gvir e il primo ministro Benjamin Netanyahu durante una dichiarazione congiunta.
Una dichiarazione che mette i brividi e che arriva a trasformarsi in turpiloquio quando, si legge che “Questa è una legge morale, ed equa, introdotta nella più grande democrazia del mondo e tanto più in un paese dove un’ondata di terrore sta travolgendo i cittadini israeliani“.

Una democrazia che cerca di trasformare in legge il sangue che da decenni opprime il popolo palestinese. Una democrazia che, nel mese di febbraio appena concluso, ha presentato l’ennesimo prospetto all’insegna di attentati, raid, arresti, proteste e morti. È la stessa democrazia che, gravida di odio, dall’inizio del 2023 ad oggi ha concepito oltre 70 vittime tra i palestinesi e 10 tra gli israeliani. Una democrazia che a causa della disposizione del nuovo disegno di legge che, richiedendo che il crimine sia commesso “con lo scopo di danneggiare lo Stato di Israele e la rinascita del popolo ebraico nella sua patria”, probabilmente non si applicherebbe ai terroristi ebrei che uccidono i palestinesi.


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All’interno di questo clima, in Israele arriva la pena di morte e l’Autorità Nazionale Palestinese ha chiaramente condannato l’approvazione del disegno di legge affermando che viola il diritto internazionale. “La pena di morte viola i diritti fondamentali del popolo palestinese, come quello alla vita, alla non discriminazione e all’autodeterminazione“, ha affermato il ministero degli Esteri dell’ANP. “È un disegno di legge crudele, barbaro e disumano radicato nella supremazia ebraica e volto proprio a negare al popolo palestinese il suo diritto all’esistenza e la sua umanità“. Il ministero ha inoltre aggiunto che, Israele pur continuando a uccidere in Palestina in modo sproporzionato e intenzionale, con l’approvazione della nuova legge, inizierà a mettere il popolo palestinese arbitrariamente nel braccio della morte. “Lo Stato di Palestina mette in guardia contro le pericolose ripercussioni del disegno di legge sulla pena di morte e ritiene Israele pienamente responsabile delle sue politiche e leggi criminali“.

Attraverso una chiara distinzione su base nazionalista, etnica e politica, il disegno di legge rappresenta l’ennesimo tassello introdotto con l’unico scopo di reprimere la libertà di esistere del popolo palestinese. Il governo israeliano schiaccia l’acceleratore della terrificante macchina d’odio alimentata dall’idea contorta basata sulla supremazia ebraica e dalla sua legittimazione.

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