L’india in questo momento è sicuramente uno dei paesi maggiormente esposti al Coronavirus. In quest’ultimo periodo si sta assistendo ad un lento spostamento dell’epicentro della malattia: se prima era focalizzato interamente in Europa, ora è largamente diffuso. Questi ultimi mesi stanno cambiando tutto: il nostro modo di relazionarci con gli altri, la nostra routine, ma anche il rapporto con il dolore e con la spiritualità. Una rivoluzione totale. L’esempio più calzante è forse ciò che sta avvenendo in India: la nascita del culto della dea Corona.
In India nasce il culto della dea Corona
A riportare questa notizia è l’agenzia Ians, (“India’s Largest Indipendent Newswire”), che descrive la nascita di un nuovo culto, avvenuta in queste ultime settimane di pandemia. Tutti i venerdì un gruppo di donne del distretto di Ranchi, all’interno dello stato del Jharkhand, si raduna attorno ad un albero, intonando canti e venerando la dea Corona. Ognuna porta con sé gli oggetti necessari al culto: candele votive, dolci, brocche con acqua e corone di fiori. All’interno del villaggio di Namkom vi è addirittura un altare, innalzato in onore della nuova divinità, come dice l’abitante Naina Devi:
Abbiamo creato un altare per venerarla. In questo modo si pacificherà: i medici non riescono a guarire i pazienti, gli scienziati non trovano il vaccino, il solo modo per salvarci è onorare la dea e ingraziarcela
L’attuale emergenza Covid-19 ha portato le donne dei villaggi ha invocare la dea Corona, sperando possa risanare i malati di Coronavirus. Una nuova divinità entra così all’interno del “Pantheon” indiano. È certamente un approccio ed una sensibilità religiosa ben diversa e ben lontana dalla nostra; senz’altro questo fatto è anche sintomo di una forte sfiducia nei confronti della medicina e del governo indiano.
Le misure del governo
Attualmente in India vi sono oltre 240 mila contagiati, 120 mila guariti e 6 mila decessi. Gli ultimi dati mostrano un aumento dei contagi: qualche giorno fa, in sole 24 ore, si sono riscontrati ben 9 mila casi. Lo stato di Jharkhand è uno dei più piccoli dell’India ed è situato nella parte orientale, ancora sono pochi i malati ma i numeri continuano a salire. La decisione del governo è stata quella di imporre norme molto severe ai cittadini per impedire la diffusione del virus: il coprifuoco, l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi aperti, il distanziamento sociale e la chiusura di tutti i luoghi di culto.
È perciò un momento di difficoltà per il paese, con forti tensioni sociali, dove si cerca di trovare risposte. Queste donne, nel distretto di Ranchi, hanno trovato la loro. Hanno dato un nome ad un dolore che prima non aveva nome. Perciò si ritrovano, o meglio si “assembrano” (come ci piace tanto dire), anche se abusivamente, e parlano faccia a faccia ad un virus che sta spaventando il mondo intero.
Jacopo Senni