Gli studenti gay in Cina in allarme: l’Università di Shanghai invita i collegi ad indagare sulla posizione politica e sullo “stato d’animo” dei membri delle comunità LGBTQ+.
La lista degli studenti gay
La celebre Università cinese sembra aver chiesto ai suoi collegi di fare delle liste dei loro studenti gay e riferire sul loro “stato d’animo”. Si chiede di indagare e ricercare gli studenti identificati come LGBTQ+. Oggetto dell’indagine quindi non sono solo le persone gay, ma chiunque sia “non eterosessuale”. Nella nota dell’Università inoltre si fa riferimento anche ad informazioni sulla condizione psicologica degli studenti, sulla propria posizione politica, sui contatti sociali e sullo stato di salute mentale. Il questionario non riporta quali siano i “requisiti rilevanti”, senza fornire le motivazioni di tale ricerca.
Shanghai University is ordering its colleges to report whether they have any students who identify as #LGBT, according to a university notice that cites “relevant requirements.” It’s confirmed by a student and a staff member of the uni. The purpose of such order is unknown. pic.twitter.com/33hWvqwEtq
— Yaling Jiang (@yaling_jiang) August 26, 2021
Le informazioni in riferimento a tale ricerca hanno da subito acceso discussioni nei vari social network, tra cui Weibo (molto diffuso in Cina) e Twitter. Gli studenti e gli attivisti hanno espresso la preoccupazione che l’esercizio di raccolta delle informazioni potrebbe segnalare un’ulteriore targetizzazione degli studenti. Alcuni esperti legali su Weibo si stanno inoltre chiedendo se tale pratica violerebbe la nuova legge cinese sulla privacy dei dati.
Un’escalation di discriminazioni
L’incidente si inserisce in un contesto di costante aumento di fenomeni di intolleranza da parte delle autorità cinesi verso le minoranze sessuali e di genere, in particolare quelle impegnate nell’attivismo. Recentemente il governo cinese ha preso di mira gruppi femministi e individui che hanno cercato di resistere alla discriminazione, sostenendo inoltre argomentazioni sessiste ed omofobe.
Quasi esattamente un anno fa, il 13 agosto 2020, ShanghaiPRIDE, un festival annuale che celebra le persone LGBTQ+, ha annunciato la brusca e definitiva chiusura. Appare chiaro come il governo centrale cinese, e in particolare quello della città di Shanghai, voglia eliminare qualsiasi tipo di organizzazione politica legata alle cause gay in Cina. Quello che non è ancora chiaro è quanto ed in che modo la campagna di controllo intrapresa entrerà nella vita privata delle persone.
Matteo Abbà