In Cina il ricordo di Tienanmen è sempre tabù

Tienanmen

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Michele Marsonet Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane Ultima Voce

Michele Marsonet

Prorettore alle Relazioni Internazionali dell’Università di Genova, docente di Filosofia della scienza e Metodologia delle scienze umane

Vale ancora la pena di commemorare il massacro di piazza Tienanmen? A Hong Kong, la ex colonia britannica prima repressa e poi “normalizzata”, qualcuno pensa di sì.
Uno sparuto drappello di manifestanti si è recato al Victoria Park con candele accese, appunto per rammentare i fatti in occasione del 34esimo anniversario della strage (avvenuta nel 1989).

Evidente la sproporzione delle forze. I dimostranti hanno dovuto fronteggiare uno schieramento di ben 6000 agenti, che avevano ricevuto ordini di stroncare la celebrazione nonostante l’esiguo numero dei partecipanti.

Arrestata Chan Po-ying, leader della Lega dei socialdemocratici, uno dei rari gruppi di oppositori rimasti attivi a dispetto della repressione. Aveva in mano una candela e due fiori.
Arrestata pure la 67enne Alexandra Wong, soprannominata “Nonna Wong”, che non ha mai rinunciato al ricordo pubblico. Con le due donne i poliziotti hanno portato via anche Mak Yin-ting, ex presidente dei giornalisti di Hong Kong, e Leo Tang, già capo della Confederazione dei sindacati, ora sciolta.
In seguito gli agenti hanno montato una tenda in Victoria Park, per interrogare subito, a botta calda, i dimostranti arrestati.

Un altro fatto curioso (ma neanche tanto, visto il clima). I poliziotti hanno pure arrestato un uomo seduto su una panchina con una candela spenta in mano, ritenendo che ciò fosse sufficiente per procedere al suo fermo.
Stessa sorte è toccata ad alcuni ciclisti di passaggio senza candele o altri segni distintivi. La polizia, semplicemente, ha ritenuto che non fossero autorizzati a passare per Victoria Park.

Il pugno di ferro del regime, insomma, è più che mai attivo. Tienanmen non può essere nominata o rammentata in nessun luogo, anche se le autorità sanno benissimo che gran parte della popolazione conosce quanto è avvenuto nell’ormai lontano 1989.
Mette conto notare che, per molti anni, Hong Kong è stato l’unico luogo della Repubblica Popolare dove si svolgevano commemorazioni, sempre molto partecipate.

Ora la pace di Xi Jinping è scesa sull’intero Paese. Ovviamente il leader, rieletto dal Presidium del Partito per la terza volta, non può permettere che Hong Kong e Tienanmen gettino macchie sull’immagine di unità e solidità che Pechino cerca di proiettare all’estero.

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