Il bilancio annuale della Polizia postale parla chiaro: nel 2023 sono aumentati i casi di Sextortion
Con il termine Sextortion si intende una vera e propria “estorsione sessuale”, ossia una forma di ricatto online. Alla base di tale ricatto si è soliti utilizzare del materiale sessualmente esplicito, tra cui foto e video quasi sempre mandati direttamente dalla vittima. Il Sextortion diventa reato quando si minaccia di divulgare pubblicamente il materiale citato, ledendo così la privacy del singolo individuo. La Polizia postale ha dimostrato come siano aumentati i casi di Sextortion nel 2023.
Uno scenario alquanto preoccupante che non sembra promettere nulla di buono, e chissà se sarà replicato nell’anno appena iniziato.
I casi di Sextortion includono principalmente i minorenni
Come è stato detto precedentemente, il Sextortion consiste nel minacciare la potenziale vittima. Infatti, lo schema che si ripete è sempre lo stesso. La persona adulta finge di essere un coetaneo della vittima. Dopo essersi scambiati qualche informazione in totale confidenza, le viene chiesto di inviare foto intime o di mostrarsi direttamente online. Successivamente, la persona adulta minaccia la vittima di rendere pubbliche le foto ricevute, a meno che non gli vengano inviate foto più esplicite o somme di denaro. In poche parole, la potenziale vittima si ritrova immersa in un circolo vizioso senza via d’uscita.
È importante ricordare che le principali vittime sono bambini ma anche ragazzi di sesso maschile che vengono attirati da persone adulte che si fingono donne.
I dati parlano
La Polizia postale ha registrato un passaggio dai 130 casi del 2022 ai 136 dell’anno appena concluso. È allora evidente come i casi di Sextortion siano aumentati. Sempre la Polizia postale ha ricordato che:
«[…] il reato era ad appannaggio del mondo degli adulti, oggi coinvolge frequentemente gli adolescenti, in particolare ragazzi tra i 15 e i 17 anni».
Ovviamente, è evidente come questo problema sia maggiormente presente oggigiorno, soprattutto grazie alla diffusione dei social network e dei siti di incontri. Quindi, la realtà virtuale è ormai il campo più fertile per le diverse interazioni tra adulti e minorenni. Ma come si può pensare di ridurre questo fenomeno o comunque di contenerlo, quando viviamo in un mondo in continuo divenire senza più barriere e regole? Come possiamo credere che sia possibile diminuire i casi di Sextortion?
Un dato positivo, che non fa tirare un sospiro di sollievo ma che dà una ventata d’aria fresca, è la riduzione del numero di minori segnalati all’Autorità Giudiziaria, che passa a 104 casi rispetto ai 127 registrati nel 2022.
Come combattere i casi di Sextortion?
Non è facile riuscire a difendersi adeguatamente quando si è vittime di questo fenomeno. Innanzitutto, non bisogna cedere alle minacce del ricattatore. Sicuramente non è così facile e nemmeno immediato, però bisogna mostrarsi forti in questi momenti. Un altro consiglio è quello di interrompere qualsiasi forma di conversazione, senza però cancellare i messaggi scambiati, in quanto potrebbero risultare utili ai fini di una successiva indagine. Inoltre, è necessario segnalare tempestivamente il ricattatore sia sui social network che alla Polizia postale.
Nel caso in cui dovessimo ricevere altri messaggi dal ricattatore, dobbiamo assolutamente rendere privato il nostro profilo, al fine di limitare qualsiasi forma di interazione. Il problema diventa ancora più complesso quando le vittime scelte sono dei minorenni. Nell’età adolescenziale tutto sembra più difficile da superare, anche le cose più banali sembrano ai nostri occhi degli ostacoli insormontabili. Di conseguenza, non essendo ancora maturi del tutto, tendono a non confidarsi con nessuno, cedendo ai ricatti.
A tutti capita di sbagliare, perché spesso non pensiamo alle possibili conseguenze che potremmo avere. Probabilmente, a molti di noi è successo di condividere delle proprie immagini intime, non pensando minimamente a una loro possibile divulgazione. Dovremmo metterci più spesso nei panni altrui, ricordandoci che non tutti sono esattamente come noi. Se dal nostro punto di vista, condividere delle immagini intime è illegale e del tutto irrispettoso, non è detto che lo sia anche per gli altri.
Indubbiamente, ci vorrebbe una maggiore tutela nei nostri confronti su molteplici aspetti, e sicuramente questo è uno di quelli, ma quando viene a mancare dobbiamo essere noi stessi i primi a proteggerci. E non dobbiamo dimenticare che chi commette il Sextortion non possiede etica morale, ma compie questo crimine solo per il gusto di farlo, senza pentimento.
Patricia Iori