La lunga notte di Antartide è tornata. Il 3 maggio il sole è tramontato e tornerà a far capolino ad agosto. Fino ad allora buio e silenzio la faranno da padrone.
Stazione di ricerca Concordia
A godere di questo inusuale spettacolo, saranno i membri della stazione di ricerca DomeC-Concordia, situata a circa mille chilometri all’intero del territorio antartico, composta perlopiù da italiani e francesi (Moreno Baricevic, Colline Bauchaier, André Bourre, Remì Bras, Marco Buttu, Filippo Calì Quaglia, Florentine Camus, Mario Giorgioni, Alberto Razeto, Jacques Rattel, Marco Smerilli e lo “station leader” Cyprien Verseux. Con loro anche l’austriaca Carmen Possnig dell’Esa).
Isolamento totale
I ricercatori sopracitati, saranno davvero soli nel bel mezzo dell‘Antatartide, a temperature fino a -80° e potranno comunicare con il resto del mondo solo grazie ai telefoni satellitari e alla connessione internet satellitare. Nel caso dovessero insorgere problemi o emergenze, andranno risolti in piena autonomia e in un ambiente così ostile non è di certo una cosa semplice.
Reazioni social dei protagonisti
Naturalmente questa avventura ha pro e contro, un mix di emozioni ed inquietudine. A tal proposito ecco un estratto di ciò che ha postato Marco Buttu qualche giorno primo dell’ultimo tramonto: “Ci aspetta qualcosa di veramente speciale, e non parlo del fatto che staremo al buio a -80 gradi per tre mesi. C’è dell’altro. Se ci pensate, infatti, qua non ci sono insetti, animali, aerei che passano sopra la nostra testa, foglie che volano al vento, colori. Non c’è niente che si muove, niente e nessuno a farci compagnia, eccetto che il Sole, sino ad oggi. Adesso potete capire che si può avere la nostalgia di una stella, considerandola un essere vivente”.
Insomma per certi versi l’esperienza in Antartide nel periodo di buio perenne, può essere paragonata a quella degli astronauti. Un qualcosa di eccitante e psicologicamente sfidante, che segna in positivo o in negativo.
Antonio Pilato