Napoli è la città degli eccessi e dei controsensi, fare impresa è un impegno molto difficile ma non impossibile e riuscirci ti tempra a tal punto da poter affrontare tutte le difficoltà possibili. Non parliamo dei soliti luoghi comuni, per intenderci, ma di quelle difficoltà ben espresse da Luciano De Crescenzo in “Così parlo Bellavista”. Gli ostacoli sul territorio sono molti e arcinoti: criminalità dilagante, mancanza di infrastrutture adeguate, di supporto dalle istituzioni e poco turnover dovuto al turismo. Ma c’è da dire che la riqualificazione di Napoli sta portando un notevole incremento di turismo: secondo i dati provvisori diffusi da Assaeroporti, nell’ultimo anno si è registrato un aumento +9,9% ruolo importante sull’andamento positivo di questi dati è dato proprio dal traffico internazionale. ONT (Osservatore Nazionale del Turismo).
Cosicché le tantissime potenzialità presenti restano inespresse e il divario competitivo, rispetto al Nord sia dell’Italia che del mondo, finisce inevitabilmente per allargarsi. Ne sono convinti gli imprenditori partenopei che qui hanno investito e continuano a farlo e che si professano comunque ottimisti, non condividendo del tutto che la città sia abbandonata dalla politica. Chi opera qui lo fa probabilmente più per ragioni affettive che di portafoglio.
La riscossa competitiva delle pmi del territorio che si sono sviluppate.
Sul territorio Partenopeo ci sono tanti imprenditori che hanno avuto successo e che ne stanno avendo. Non a caso abbiamo l’esempio di Enrico Schettino, che con la “filosofia” ideativa, volutamente tradizionale, unita ad un’immagine moderna, attraente e innovativa, definiscono/identificano un posizionamento unico nel mercato attuale della ristorazione tipica internazionale – Giapponese – a Napoli e in Italia.
Negli ultimi anni il consumo di sushi è cresciuto esponenzialmente, impera in ogni parte del mondo eletto elisir di lunga vita – dalla rivista scientifica British Medical Journal – grazie agli alimenti che lo compongono: pesce fresco, ortaggi di stagione, riso, alghe e tofu, così poveri di grassi e altamente digeribili da classificarlo come toccasana crudista. Mai cibo etnico ha spopolato in Italia più di quello giapponese, considerato il piatto dei piatti nel Sol Levante. Al di fuori del Giappone, secondo la rivista Business Week , si contano la bellezza di 24 mila ristoranti. Sebbene le origini del sushi sono molto incerte quanto all’epoca. L’opinione più diffusa è che sia stato portato dai monaci buddhisti tornati dalla Cina nel VII secolo.
L’idea del sushi bar, di Enrico Schettino, nasce otto anni fa – quando nel Sud era ancora poco diffuso dai suoi molteplici viaggi che sono stati, per lui, incipt di grande ispirazione: da Miami a Londra da Milano a Hong Kong fino a Tokyo”. Idea realizzata non solo in un progetto, ma in un brand: Giappo. Il primo Giappo era di 30 metri quadri, in una traversina del centro. Così piccolo da essere ribattezzato dagli amici “Giappino” il progetto ha avuto successo dando l’opportunità di aprirne altri due. Attualmente se ne contano 12 in Campana di cui uno all’interno dell’aereoporto di Torin-Caselle.
A Napoli, città famosa anche per la sua cucina, Enrico Schettino è riuscito a crearne addirittura un brand. Ideatore del concept, imprenditore con una formazione fuori dagli schemi, un solido corso di studi alle spalle ed esperienze professionali diverse. Dopo anni in giro per il mondo come Deejay, animatore e formatore Valtur a livello nazionale rientra con un’idea commerciale molto forte, progetto in cui riversa tutte le sue conoscenze ed esperienze. Laurea in giurisprudenza seguita dalla professione di avvocato, concorso notarile superato con esito positivo in seguito annullato per i brogli della commissione. Momento in cui decide di abbandonare la carriera legale per dedicarsi allo sviluppo di un’attività che aveva visto affermarsi con successo in tutto il mondo. Così nasce, in Campania, la catena diretta e in franchising Giappo.
Giappo oggi è fusion: oltre 20 gli chef, che, con creatività, aggiungono un po’ di occidente alla cucina classica nipponica, dando vita a sapori nuovi. Un sushi bar, con il take away e la consegna a domicilio. Un sushi per tutti. Un cibo sano, ma allo stesso tempo buono. Un posto per un pranzo veloce o per una cena diversa. Un locale elegante, ma familiare. Uno stile riconoscibile: i menù, i colori, gli arredi.
L’intento era creare qualcosa di unico che soddisfacesse gusti diversi, trovare l’armonia fra tradizione e innovazione. Nel menu c’è pesce crudo, cotto, carne, verdure e dolci. Il design dei locali è moderno ed essenziale per esaltare al massimo la cucina nipponica contaminata con quella occidentale. Dai posti al banco sushi bar si può apprezzare ogni istante della preparazione, fatta al momento dai sushiman. La cantina del ristorante è sempre ben fornita e, accanto alle tradizionali birre giapponesi, sono presenti le migliori etichette di vini italiani, una vasta selezione di sakè ed un american bar per cocktail.
Altra particolarità di questa impresa, di questo brand è la scuola di sushi, – aperta a Napoli – opportunità dedicata a chiunque voglia trovare una nuova collocazione professionale, o semplicemente, a chi voglia soddisfare curiosità e passione, per essere al passo con le tendenze di sviluppo del mercato attuale. Basti pensare che nel solo 2016 c’è stato un incremento del 400% di aperture di ristornati giapponesi in Italia e Giappo sta valutando tante nuove aperture, in relazione alle oltre 80 richieste di apertura franchising ricevute.
Giappo è la dimostrazione che anche qui, in questa città, fra le pieghe di un tessuto sociale fra i più controversi e conflittuali al mondo, esiste una speranza che passa per il lavoro e la dedizione. Anche qui si può far impresa.
Tra le tante novità, lo scorso novembre, a Napoli è stato avviato lo sportello al servizio delle nuove attività imprenditoriali I’Mpresa. E’ un modo per accompagnare i giovani con consulenze, formazione e sostegno alle idee imprenditoriali. L’iniziativa, voluta da Confcommercio Napoli, nasce da un accordo di partenariato con le associazioni di categoria (Unione Giovani Commercialisti, Associazione italiana giovani notai, Associazione italiana giovani avvocati), Banca di Credito Cooperativo, e il sostegno della Camera di Commercio di Napoli
Felicia Bruscino