A Roma a una coppia gay sarebbe stato impedito di entrare in un locale. Il proprietario ha chiesto scusa.
Come siano andate veramente le cose al Vinile di via Libetta, a Roma, non è dato sapere. Una coppia gay ha accusato il locale di aver impedito loro l’ingresso, che sarebbe stato invece autorizzato alle “coppie tradizionali”. Dopo il putiferio scoppiato per quello che parrebbe essere l’ennesimo caso di omofobia, il proprietario del locale si è scusato, replicando alle accuse:
“Chi lavora alla sicurezza non ha assolutamente questo tipo di disposizioni e io personalmente organizzo serate gay e lesbo (…). Mi dispiace se queste persone si sono sentite discriminate e hanno le scuse di tutto il locale, ma sono certo che i dipendenti del Vinile non hanno agito con questo intento.”
Coppia gay rifiutata all’ingresso di un locale a Roma
Ancora è mistero su come si siano svolte le cose al Vinile di Via Libetta, dove qualche sera fa a una giovane coppia omosessuale sarebbe stato impedito l’ingresso. Stando a quanto riportato dai due giovani, uno dei buttafuori deputati alla sicurezza del locale avrebbe impedito loro di entrare, affermando che quella possibilità sarebbe stata riservata unicamente alle coppie eterosessuali. In un’intervista riportata da La Repubblica, Giovanni Marino (questo il nome di uno dei due ragazzi) ha affermato:
“Eravamo in fila come gli altri e avevamo un abbigliamento normale. Ci tenevamo mano nella mano come facciamo spesso, poi i buttafuori del locale ci hanno negato l’ingresso.”
Anche il buttafuori del locale è stato sentito dai cronisti, e anche lui avrebbe raccontato una versione del tutto contrastante con quella riportata da Giovanni Marino e dal suo compagno, che lo scagionerebbe da qualsivoglia comportamento omofobo:
“Il motivo non è stato assolutamente l’omofobia ma il fatto che dobbiamo rispettare una proporzione tra quantità di uomini e di donne all’interno del locale. Non ho mai detto la frase sulle coppie tradizionali che mi viene attribuita, tra l’altro ho anche una cugina sposata con una donna. Mi dispiace per l’incomprensione”.
Il caso, presto rimbalzato sulle principali testate di cronaca, ricorda uno spiacevole fatto avvenuto lo scorso anno sempre a Roma, dove il cameriere di un ristorante si era reso autore di una scritta omofoba sullo scontrino riservato a una coppia gay.