The Forschungsverbund Berlin e.V. (il più importante istituto di ricerca non universitario della capitale tedesca) ha dato notizia di una ricerca pubblicata sul Journal of Renewable and Sustainable Energy che rivela come non si stia facendo abbastanza per affrontare uno degli aspetti meno conosciuti (al grande pubblico) dell’impatto ambientale dell’energia eolica.
Quando si pensa alle grandi turbine per produrre energia eolica in tema di impatto ambientale si pensa subito alla rumorosità e l’eventuale danno al paesaggio (specie in un paese a vocazione turistica come l’Italia), quello che forse molti non sanno è che purtroppo le turbine fanno strage di volatili, pipistrelli soprattutto ma anche uccelli.
Alla Leibniz-IZW survey hanno partecipato più di 500 esperti del settore della valutazione dell’impatto ambientale delle turbine.
Nel folto gruppo c’erano rappresentanti sia di organizzazioni governative che non governative.
Non è un caso che la ricerca si sia svolta in Germania, nel paese ci sono 30000 impianti attivi il che ha reso, man mano che si aggiungevano, sempre più difficile scegliere una location che non fosse in contrasto con la protezione di specie protette, in particolare i pipistrelli.
Ma cosa si può fare? Ad esempio ridurre la potenza delle turbine quando c’è più attività dei volatili, come nella stagione migratoria.
In un gruppo così nutrito ed eterogeneo però i pareri non potevano concordare su tutto, tutti i rappresentanti concordano sul fatto che le ragioni della lotta al cambiamento climatico (e dunque della diminuzione dell’emissione di gas serra spostandosi verso produzione di energia pulita) dovrebbero coniugarsi con quelle della protezione delle specie in pericolo.
C’è parere pressoché unanime anche sul fatto che perdita momentanea di efficienza degli impianti e quindi prezzo dell’energia verde più alto è un prezzo che bisognerà pagare per la salvaguardia delle specie animali, non sorprenderà nessuno che però i rappresentanti dell’industria delle rinnovabili non concordano sul fatto di dare pressoché lo stesso peso ai due aspetti come fanno tutti gli altri.
Solo per citare uno dei dati del rapporto, il più significativo nel far ritenere che non si stia facendo abbastanza su questo aspetto dell’impatto ambientale dell’energia eolica è che nel quadro delle norme che proteggono i pipistrelli ci sono già indicazioni che prevedono quella diminuendone di potenza nei periodi di alta attività, ma sono rispettate solo dal 25% degli impianti.
Roberto Todini