L’immunità di Puigdemont viene revocata dall’Eurocamera

immunità di Puigdemont

Foto di Udo Pohlmann da Pixabay

Il Parlamento Europeo ha revocato l’immunità di Puigdemont e di altri due indipendentisti catalani

Nella serata di ieri il plenum del Parlamento di Strasburgo ha deciso di revocare l’immunità di Puigdemont, Ponsati e Comin. Il Tribunale Supremo di Spagna vorrebbe processare i tre eurodeputati per i reati di sedizione e peculato, ma i tre sono immuni dalla giurisdizione penale in virtù del loro mandato elettorale.

La relazione messa al voto era stata approvata dalla commissione preposta appena due settimane fa. Il responso del plenum era quindi atteso ma abbastanza prevedibile nel suo esito.

Il dettaglio del voto in plenaria

Per la revoca dell’immunità di Puigdemont i voti favorevoli sono stati 400, i contrari 248 e gli astenuti 45. Per Clara Ponsati e Toni Comin i favorevoli sono stati 404, 247 i contrari e 42 gli astenuti.

Tra gli spagnoli i deputati di Podemos hanno votato contro la revoca, mentre i socialisti – che a Madrid stanno al Governo insieme a Podemos – hanno votato a favore.

Favorevoli tutti gli altri deputati spagnoli, a eccezione dei catalani. Dei gruppi parlamentari, popolari socialisti e liberali hanno votato per la revoca, mentre si sono opposti i gruppi dei verdi e della sinistra.

Le reazioni dalla Spagna

La Ministra degli Esteri spagnola, Arancha Gonzalez Laya, si è felicitata per il risultato e ha dichiarato che “i problemi della Catalogna si risolvono in Spagna, non in Europa”. Il commento ha destato perplessità in quanto proviene da una politica con una carica esecutiva di primo piano.




Le autorità spagnole infatti hanno sempre respinto le accuse mosse da chi ravvisava persecuzione politica. Carles Puigdemont – ex presidente della Giunta catalana – torna a ribadirle, ma al tempo stesso si dichiara a disposizione delle autorità belghe. Sono queste infatti che dovranno decidere se eseguire l’estradizione di Puigdemont e Comin, entrambi residenti in Belgio.

Si preannuncia ricorso alla CGUE

A occuparsi dell’estradizione di Clara Ponsati saranno invece le corti scozzesi dove la deputata risiede. I tre eurodeputati hanno preannunciato ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Alla base ci sarebbero i numerosi vizi nell’iter  parlamentare. La relazione della commissione è trapelata, nonostante il segreto, molto prima della sua approvazione. Inoltre, la stessa è stata approvata con un errore rilevante: la Ponsati era accusata solo di sedizione e non di peculato, errore che è stato corretto solo prima del passaggio nel plenum.

Il precedente di Lluis Puig

Anche il giudice spagnolo indagante, ha prospettato ricorso alla CGUE se l’estradizione dovesse essere rigettata. Tuttavia, anche se i tre non sono più immuni, è improbabile che le rispettive corti decidano di dare séguito alle richieste spagnole. I giudici belgi si erano infatti già espressi in un caso analogo riguardante Lluis Puig, anch’egli ex membro della Giunta della Catalogna e accusato degli stessi reati.

In questo caso i giudici hanno deciso che il Tribunale Supremo spagnolo non era competente a giudicare Puig, non essendo esso il suo giudice naturale. Inoltre, tornando in Spagna, l’indipendentista catalano non avrebbe goduto del diritto a un equo processo.

In passato, anche le corti tedesche e scozzesi avevano rifiutato richieste simili. Il motivo era che il reato di sedizione, fondamento della richiesta di estradizione, non era previsto dalla legge spagnola.

L’eredità politica degli indipendentisti

Dopo il referendum catalano del 2017 e la successiva dichiarazione di indipendenza, tutti i membri della Giunta regionale rimasti in Spagna sono stati condannati con pene che arrivano fino a 13 anni di carcere. Il Governo centrale commissariò la Giunta.

Alle ultime elezioni regionali gli indipendentisti hanno ottenuto 74 seggi, ben oltre la maggioranza assoluta, segno che la repressione giudiziaria non ha minato il loro consenso.

Lorenzo Palaia

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