Risale a ieri la pubblicazione dell’analisi dell’Istituto Cattaneo chiamata “Immigrazione in Italia: tra realtà e percezione“, che mostra con chiarezza quanto la realtà dei fatti sia lontana dalla visione dell’immaginario collettivo. Il dato più allarmante è che “gli intervistati italiani sono quelli che mostrano un maggior distacco (in punti percentuali) tra la percentuale di immigrati non-UE realmente presenti in Italia (7%) e quella stimata, o percepita, pari al 25%”.
La presenza di immigrati in Italia risulta quindi di portata minore rispetto a quella percepita dalla popolazione, ma non solo: i dati variano in base all’orientamento politico, al grado di istruzione e alla territorialità. Se quindi il 70% degli Italiani pensa che gli immigrati (che corrispondono solo al 7% nel nostro Paese) siano circa il quadruplo, c’è da dire che questa tendenza aumenta tra gli elettori di destra e centro-destra, in cui raggiunge addirittura un 32%.
Il dato cresce in maniera esponenziale anche tra chi si è fermato alla scuola dell’obbligo rispetto ai laureati (un 28% contro un 17,9%) e tra Nord e Sud ( 20% contro un 26%).
I dati più inquietanti riguardano l’indice di nazionalismo, in cui l’aumentare dell’ostilità verso gli immigrati porta anche ad un errore di valutazione riguardo la loro presenza nel territorio:“L’Italia si conferma – su entrambi i fronti – il paese collocato nella posizione più “estrema”, caratterizzata dal maggior livello di ostilità verso l’immigrazione e le minoranze religiose.”
Infine l’errata percezione produrrebbe atteggiamenti negativi nei cittadini, che avrebbero un’idea della migrazione corrispondente ad un qualcosa di negativo nei confronti dell’economia e della società. L’analisi riporta: “Rispetto a una media europea del 57%, gli intervistati italiani che ritengono che gli immigrati peggiorino la situazione della criminalità rappresentano il 74% dell’intero campione, con una differenza di 17 punti percentuali. Allo stesso modo, gli italiani che pensano che una maggiore immigrazione comporti una riduzione dell’occupazione per i residenti in Italia corrispondo al 58% sul totale, mentre la media europea si ferma al di sotto del 41% (con uno scarto sempre di 17 punti percentuali)”.
I 100 migranti della Diciotti diretti a Rocca di Papa: la gente si divide
Dopo lo sbarco dei 137 migranti della nave Diciotti (rimasta ormeggiata cinque giorni al porto di Catania), e dopo gli accordi presi dal Governo per la spartizione volontaria con la Cei, l’ Irlanda e l’ Albania, in serata è previsto l’arrivo di 100 di essi a Rocca di Papa, piccolo e caratteristico Comune Laziale.
L’accoglienza sarà a carico della Conferenza episcopale italiana (con i fondi dell’8 per mille), dove i migranti saranno accolti nel centro “Mondo migliore” per essere poi successivamente distribuiti nelle varie diocesi che si sono fatte avanti:Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano allo Jonio. La “buona azione” non è stata però apprezzata da tutti gli abitanti del posto; alle polemiche il sindaco Emanuele Crestini (liste civiche) ha risposto “Si è creata una rete di solidarietà, formata da cittadini e associazioni locali grazie alla quale è stato possibile attivare numerosi progetti di inclusione” con coordinamento di Prefettura e cooperativa Auxilium “per continuare a garantire il massimo controllo sul territorio, per evitare eventuali disagi alla cittadinanza”.
Intanto, dopo le polemiche giunte da Fratelli d’Italia, si prospetta un sit-in davanti al centro d’accoglienza. Anche Casapound annuncia una manifestazione mercoledì pomeriggio e ieri, nella piazza principale della città, è apparso uno striscione provocatorio contro Papa Francesco “Francé portateli a San Pietro”, sentimento condiviso ed espresso da molti cittadini anche sui social.
Infatti anche Papa Francesco si era espresso in ritorno dal viaggio in Irlanda con i giornalisti, commentando alcuni video in merito alle torture in Libia: “Pensateci bene prima di riportarli indietro, ho visto la sorte di chi viene rimandato indietro con i barconi”.
Un nuovo modello di integrazione
Le vicende dell’ultimo periodo portano ognuno di noi a riflettere e a trarre le proprie conclusioni personali, di certo stiamo vivendo un periodo storico di grande cambiamento. Le analisi statistiche sono però dati oggettivi e in quanto tali difficili da ribaltare. Un clima sempre più teso porta ad ingigantire quotidianamente le tematiche legate al fenomeno dell’immigrazione, allo sbarco dei migranti, alla criminalità, alla disoccupazione, dimenticando spesso che dietro ogni parola, ci sono delle persone.
Al di là del proprio punto di vista (determinato o meno dall’orientamento politico, dal grado di istruzione o dal luogo di nascita), questo sta diventando un bombardamento quotidiano da parte dei mass media e da parte dei nostri politici: un accanimento spesso non necessario su un tema che sì, è necessario affrontare, ma senza generare allarmismi inutili o climi di nazionalismo pre-bellico.
Possibile che i problemi di noi Italiani siano sempre colpa degli immigrati? Possibile che interi programmi elettorali siano basati maggiormente su questo? O forse è più facile gettare fumo negli occhi per non parlare di altro?
L’Italia è tra i Paesi con la pressione fiscale maggiore al mondo, le imprese faticano ad andare avanti, le infrastrutture cedono da un giorno all’altro, la gente fatica ad arrivare a fine mese, ad avere un lavoro, i giovani emigrano. Ma molto spesso la politica trova nella disperazione, nella strumentalizzazione e nella disinformazione, terreno fertile per generare questi odiosi dibattiti che non risolvono niente.
Le migrazioni, da che esiste la Terra ed esiste l’Uomo, ci sono sempre state: gli uccelli, quando fa più freddo, migrano verso posti più caldi, è un fenomeno insito nella natura. Allora perché la combattiamo? Non sarebbe più facile cercare dei modelli alternativi di integrazione, più sicuri per noi residenti e più stabili per chi arriva e si registra legalmente nel nostro Paese?
Un ultimo esempio: a prescindere dalle posizioni politiche, nei giorni scorsi lo scrittore Roberto Saviano ha voluto lanciare sui social una campagna a sostegno della comunità di Riace, Comune calabrese, dove è stato portato avanti un modello di integrazione che funziona, dove gli immigrati hanno sostituito gli emigrati.
Allora, forse, non è vero che tutto il male viene per nuocere.
Maria Laura Riccardi