Persone in fin di vita, una famiglia che piange una bara bianca, un bambino che fuma, un ragazzo che si vergogna della sua impotenza, organi tumefatti dal fumo. Queste sono alcune immagini shock che vedono tutti i giorni i fumatori. Le nuove direttive europee sul fumo prevedono che sul pacchetto di sigarette il 65% della superficie sia coperta da queste immagini shock. Questo cerca di rendere meno attraente il fumo ed evitare che gli adolescenti inizino questa dipendenza, con la speranza di dare anche un input nuovo per far smettere i fumatori incalliti.
Le immagini shock sui pacchetti di sigarette è un messaggio forte e l’iniziativa ha dei fondamenti nobili, anche se questa campagna da l’impressione di voler mettere una pezza alla vendita di droghe da parte dello stato. Rimane comunque la speranza di far del bene. Ma c’è un piccolo problema. C’è chi sostiene che le foto non sono state autorizzate da nessuno. In particolare c’è un signore di Borio in Galizzia in Spagna che una mattina andando a comprare le sue sigarette si è riconosciuto nell’uomo intubato che intima ai fumatori che potrebbero andare incontra a ictus e disabilità. Lui però di queste patologie, fortunatamente, non ha mai sofferto. La foto gli sarebbe stata rubata prima della sua operazione alla schiena, unico momento in cui è stato intubato. Stufo delle persone che lo riconoscevano come quello delle sigarette, sporge denuncia. Ora sta indagando il Servizio sanitario gallego.
Una situazione simile è successa a Liegi. La famiglia di Joseph riconosce il famigliare morto da sei anni sulle immagini shock delle sigarette. Loro sono sicuri che quella persona è il loro defunto Joseph, e inoltre il protagonista inconsapevole di questa campagna non ha mai fumato in vita sua. Nessuno della famiglia ha mai firmato il permesso per la divulgazione di questa foto e per questo hanno firmato una petizione per chiedere di rimuovere questa foto all’Unione Europea. L’UE ha negato che quello sulla foto fosse il loro parente e che non possono dire chi sia realmente per motivi di privacy.
Il capostipite di questi riconoscimenti è stata una signora di Barcellona che ha riconosciuto il marito morto. Il caso è ancora in tribunale dopo che la signora aveva chiesto di risarcimento. Altre richieste sono state inoltrate, una anche da Torino, ma sembrerebbero tutte false, almeno secondo l’UE. Prima di pubblicare queste immagini shock sono state visione da un gruppo di giuristi, quindi la questione non sussiste, sempre secondo l’UE.
Claudio D’Adamo