Ilva, il più grande stabilimento siderurgico italiano, è la causa del processo dinanzi alla Corte di Strasburgo istituito contro lo Stato italiano: 182 cittadini di Taranto accusano l’Italia di non aver “adottato tutte le misure necessarie a proteggere l’ambiente e la loro salute”.
Le emissioni prodotte dallo stabilimento sono ormai note per il loro effetto fortemente nocivo, non solo per l’ambiente, ma per la salute stessa delle persone che abitano nelle vicinanze dell’Ilva.
Già nel 2010 sono state depositate due perizie (una chimica e l’altra epidemiologica) nelle quali si evidenziano le enormi quantità di sostanze dannose emesse nell’aria dall’acciaieria pugliese. Polveri, diossido di azoto, anidride solforosa, acido cloridrico, benzene e diossine vengono continuamente disperse nell’ambiente andando a compromettere la salute di tutti gli organismi viventi limitrofi all’impianto, le conseguenze sono tangibili: persone ammalate, pascoli e agricoltura seriamente compromessi.
Mentre la prima udienza contro il disastro ambientale presumibilmente causato dall’Ilva è già stata avviata presso il Palazzo di giustizia di Taranto, la Corte europea dei diritti umani ha giudicato, in via preliminare, le prove presentate dai cittadini “sufficientemente solide” e ha aperto il procedimento contro l’Italia.
La prima denuncia ha avuto inizio già nel 2013 con la firma di 52 cittadini, a questa se ne è aggiunta un’ulteriore nel 2015, con la firma di altre 130 persone rappresentanti congiunti ormai deceduti o minori malati.
Secondo quanto sostenuto dall’accusa, i dirigenti dell’impianto siderurgico e lo Stato stesso erano ben consci riguardo alla gravità dell’inquinamento sempre più preminente e pericoloso. Non solo lo Stato non si è attrezzato per difendere la salute dei suoi cittadini e della sua terra, ma ha anche autorizzato la continuazione dell’attività siderurgica (attraverso i così detti decreti “salva Ilva”) perpetuando nella violazione dei diritti alla vita dei cittadini di Taranto.
Ancora una volta l’interesse vero i profitti ha prevalso sull’importanza della salute umana e dell’ambiente. Il dovere primo di ogni Stato è quello di preservare e proteggere la vita degli individui che lo abitano, anche se questo comporta una spesa maggiore.